Riforma reclutamento docenti: i 24 Cfu già acquisiti non serviranno più a niente?
Sta prendendo forma il nuovo sistema di reclutamento docenti. Una riforma che non può essere annunciata adesso, tra concorso ordinario infanzia e primaria e concorso per la scuola secondaria che dovrebbe essere bandito i primi mesi del 2022. Ma è una riforma di cui si sta discutendo e i cui lavori sono in corso ma in stato avanzato. Lo ha confermato Luigi Fiorentino, capo di Gabinetto del ministero dell’Istruzione assicurando che “entro il 2022 le sei riforme saranno realizzate”, annuncia Fiorentino. Una di queste riforme è appunto quella inerente il reclutamento dei docenti.
I docenti al centro del progetto
Lo scopo del Governo è rimettere al centro del sistema di insegnamento i docenti intesi come persone prima e professionisti poi. Stabilendo gerarchie ben definite per quel che concerna la formazione universitaria che deve diventare un presupposto fondamentale per partecipare poi al concorso, ottenere l’abilitazione e la formazione in servizio,
Per questo il piano del Governo è attuare un nuovo meccanismo di reclutamento che valorizzi anche la formazione universitaria. Di qui la richiesta agli aspiranti docenti di 60 crediti universitari, 24 dei quali dovranno derivare dal tirocinio.
La fine dei 24 Cfu
E i 24 Cfu attuali, che molti aspiranti docenti hanno ottenuto sacrificando tempo, impegno e denaro? Bella domanda, alla quale per ora non c’è risposta. La sensazione è che ci sarà una fase di passaggio in cui in qualche modo si troverà la strada per valorizzarli, per poi farli scomparire lentamente considerato che per il ministro Bianchi non rappresentano un modello corretto di reclutamento.
La strategia è fare in modo che il sistema universitario si organizzi in modo da fornire quelle competenze per far sì che le persone che escono dall’università sappiano insegnare in una determinata disciplina. I docenti poi potranno partecipare ai concorsi, svolgere un anno di formazione on the job, insegnando contestualmente. Alla fine del percorso, sostengono un esame e diventano docenti di ruolo. Ci sarà poi la formazione in servizio.
Immettere in ruolo entro il 2026 72 mila docenti
Lo scopo del nuovo modello di reclutamento è quello di immettere in ruolo entro il 2026 ben 72 mila docenti. “Quest’anno abbiamo assunto 60 mila insegnanti, ci sarà un bando per altri 40 mila docenti”, ha assicurato il ministro Patrizio Bianchi. “Anche se calano gli allievi, ogni anno ci saranno 30 mila nuovi insegnanti. Vogliamo una scuola che anticipa, non che insegue”, ha spiegato il ministro.