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Restano a casa 12mila Ata dell’organico Covid: i fondi non bastano per tutti

C’è stupore mista a delusione per gli emendamenti alla Legge di Bilancio che la commissione Bilancio del Senato inizierà a votare nelle prossime ore. La votazione finale da parte dell’Aula di Palazzo Madama dovrà arrivare prima di Natale, dunque entro la prossima settimana, ma le cifre emerse non sono in linea con le aspettative di docenti e Ata e di conseguenza dei sindacati.

Copertura solo per 8mila amministrativi

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “il maxi-emendamento alla Legge di Bilancio prevede per la scuola delle piccole variazioni che non cambieranno la sostanza, lasciando i nostri istituti, gli alunni e il personale in situazioni difficili: i 100 milioni rivolti a personale Ata Covid copre solo 8mila amministrativi e collaboratori scolastici, così gli altri 12mila andranno a casa; inoltre, i 60 milioni per il personale si traducono in 4 euro medi in più per ogni lavoratore, che si sommano alla miseria dei 12 euro già stanziati. È una cifra a dir poco misera, se i pensa che nemmeno andranno a tutti i lavoratori della scuola, mentre agli amministrativi delle università verranno assegnati 150 euro mensili, quindi una cifra dieci volte superiore di aumento”.

Dopo le rassicurazioni dei giorni scorsi, a destabilizzare maggiormente sono i fondi stanziati per il rinnovo dell’organico Covid Ata: meno della metà rispetto a ciò che sarebbe stato necessario per coprire i rinnovi di tutti i dipendenti delle scuole italiane fino a fine anno scolastico.

Proroga degli incarichi temporanei

Il Governo per il momento non è andato oltre i 100 milioni per la proroga dei contratti del personale Ata che dovevano consentire la proroga degli incarichi temporanei del personale Ata della scuola legati all’emergenza Covid. Il rinnovo sarà dunque possibile da gennaio a giugno 2022 circa 7.800 contratti a tempo determinato, se si considera il costo medio mensile lordo di circa 2.115,65 euro per ogni contratto.

C’è ora preoccupazione e curiosità per capire chi saranno i beneficiari di questi rinnovi, e con quali criteri verranno scelti. La possibilità più concreta è che venga lasciata discrezionalità alle scuole e dunque ai dirigenti scolastici, ma non sarà semplice.

I fondi inseriti nella Legge di Bilancio prevedono anche “60 milioni per la valorizzazione del personale docente”, con contestuale “cancellazione della destinazione d’uso diretta a premiare “la dedizione” degli insegnanti, l’impegno nella promozione della comunità scolastica. Lo stanziamento di 60 milioni di euro consentirà di ampliare la platea di coloro che potranno accedere all’accessorio per la valorizzazione professionale”.

Altri 20 milioni per le scuole dell’infanzia paritarie

Ci sono anche “ulteriori 20 milioni di euro per il 2022 alle scuole dell’infanzia paritarie sulla base di criteri individuati da un apposito decreto del ministero dell’Istruzione da adottarsi entro 30 giorni dalla entrata in vigore della legge”. Questo stanziamento, continua la stampa specializzata, risulta “coerente con quanto detto dal ministro Bianchi alla presentazione del rapporto sulle scuole cattoliche: “Dobbiamo lavorare, tutti insieme, affinché tutte le bambine e tutti i bambini abbiano le stesse opportunità di istruzione. Non fermiamoci, mai, e guardiamo avanti con fiducia, consapevoli che il nostro lavoro è alla base della nostra democrazia”.

La buona notizia, ma a metà è solo quella relativa alla proroga per il personale Ata assunto a seguito dell’emergenza. Ma per Anief resta sempre in piedi la speranza che venga collocato nell’organico di diritto: “Abbiamo più volte detto, anche una settimana fa durante lo sciopero nazionale, che tra le priorità della scuola c’era e rimane quella di allineare il misero stipendio di chi oggi lavora a scuola. Per farlo occorrono 3-4 miliardi, perché una parte servono per rinnovare il contratto e l’altra adeguare i compensi mensili all’inflazione degli ultimi cinque anni.

Le aspettative erano altre

Ci aspettavamo ben altro, lo abbiamo chiesto con 31 emendamenti. Come l’introduzione di quelle indennità di rischio biologico, di incarico, di sede, assegnate invece ad altri comparti, che in tempo di Covid risultano ancora più indispensabile. Invece, si insiste con la vaccinazione obbligatoria verso una categoria già vaccinata al 97%, una decisione che non condividiamo e contro la quale abbiamo presentato ricorso, anche confortati dalle sospensioni adottate dai giudici in Slovenia e negli Stati Uniti. Bisognava invece agire sul numero di alunni per classe, che andava dimezzato, e sul ritorno all’assetto scolastico pre riforma Gelmini, con 4.000 scuole autonome, 250mila docenti e Ata in più”.