Scuola

Legge di bilancio 2022 scuola: i 4€ di aumento sanno di beffa

Non soddisfano mondo della scuola e sindacati gli interventi che derivano dagli emendamenti alla Legge di Bilancio che la commissione Bilancio del Senato discuterà nelle prossime ore. Interventi ci sono, ma non sufficienti a quel cambio di rotta auspicato negli scorsi mesi. Si attendevano almeno 200 milioni per rinnovare i contratti relativi all’organico Covid, e ne sono arrivati la metà. Con il risultato che solo 8mila amministrativi e collaboratori scolastici beneficeranno del rinnovo di contratto fino a giugno 2022.

Un aumento che sa di beffa

Gli altri 12mila andranno a casa. Ancora peggio, se possibile arriva dai 60 milioni stanziati per il personale, che significano 4 euro medi in più per ogni lavoratore. Una cifra irrisoria, che si aggiunge a quella altrettanto insignificante dei 12 euro già stanziati. Una beffa ulteriore è costituita dal fatto che questi aumenti, pur miseri, non andranno a beneficio di tutti i lavoratori della scuola. Andrà molto meglio agli amministrativi delle università che beneficeranno di 150 euro mensili.

I 60 milioni per la valorizzazione del personale docente prevedono la cancellazione della destinazione d’uso diretta a premiare “la dedizione” degli insegnanti, l’impegno nella promozione della comunità scolastica. Lo stanziamento di 60 milioni di euro consentirà di ampliare la platea di coloro che potranno accedere all’accessorio per la valorizzazione professionale. Ma con cifre misere per ciascun docente beneficiario.

Per il personale Ata buona notizia a metà

Il bilancio non può dunque essere positivo. L’unica nota lieta arriva dalla proroga per il personale Ata assunto a seguito dell’emergenza, se non fosse che più della metà di esso non potrà beneficiare del rinnovo. Inoltre, i sindacati puntano sempre all’assorbimento di questo personale nell’organico di diritto. Ma alla luce degli investimenti risicati messi in campo dal Governo, è evidente come si tratta di una eventualità al momento remota.

I sindacati bocciano gli interventi

Il sindacato Anief è critico nei confronti dell’intervento del Governo: “Abbiamo più volte detto, anche una settimana fa durante lo sciopero nazionale, che tra le priorità della scuola c’era e rimane quella di allineare il misero stipendio di chi oggi lavora a scuola. Per farlo occorrono 3-4 miliardi, perché una parte servono per rinnovare il contratto e l’altra adeguare i compensi mensili all’inflazione degli ultimi cinque anni. Ci aspettavamo ben altro, lo abbiamo chiesto con 31 emendamento. Come l’introduzione di quelle indennità di rischio biologico, di incarico, di sede, assegnate invece ad altri comparti, che in tempo di Covid risultano ancora più indispensabile. Invece, si insiste con la vaccinazione obbligatoria verso una categoria già vaccinata al 97%, una decisione che non condividiamo e contro la quale abbiamo presentato ricorso, anche confortati dalle sospensioni adottate dai giudici in Slovenia e negli Stati Uniti. Bisognava invece agire sul numero di alunni per classe, che andava dimezzato, e sul ritorno all’assetto scolastico pre riforma Gelmini, con 4.000 scuole autonome, 250mila docenti e Ata in più”.