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Proroga Ata Covid 30 giugno 2022: due dipendenti su tre licenziati a gennaio

Mancano dieci giorni alla fine del 2021, e per gli appartenenti all’organico Covid del personale Ata questa data coincide con il termine dei contratti. La cui proroga a giugno 2022 è tutt’altro che sicura. Si tratta di un contingente che in questo fine anno sta vivendo delle vere e proprie montagne russe. Si è passati dalla certezza del rinnovo alla brutta sorpresa dello stanziamento, in Legge di Bilancio, soltanto dei 300 milioni per il rinnovo dei docenti.

Solo 100 milioni per gli Ata

Sono seguite settimane febbrili di impegno di forze politiche e sindacati che sembravano aver portato all’inserimento di un emendamento che assicurasse la proroga al 30 giugno 2022 anche dei contratti Covid Ata. E invece la brutta sorpresa: sono stati stanziati solo 100 milioni di euro nella legge di Bilancio per prorogare fino a giugno i cosiddetti contratti Covid per il personale Ata.

Cosa che pregiudica l’estensione per tutti i lavoratori che restano così in carica fino al 30 dicembre prossimo. Poi non si sa. Perchè dei circa 22mila supplenti assunti, due bidelli (collaboratori scolastici), tecnici e amministrativi su tre a gennaio verranno licenziati. Chi? Ancora non si sa quali saranno i criteri. Potrebbero essere le singole scuole a decidere.

Un terremoto per la scuola e non solo

I sindacati non ci stanno e alzano subito la voce nei confronti di un provvedimento che provocherà un vero e proprio terremoto sia nelle famiglie dei licenziati sia nelle scuole, che dovranno fare i contri da un giorno all’altro con un organico ridotto nonostante la pandemia sia ancora in corso: “L’organico Covid Ata è di 22 mila persone – spiega Turi – in pratica se ne ‘salvano’ 7.800. Il mancato rinnovo della proroga significa che verranno licenziate 14 mila persone”. “I 100 milioni destinati a questo personale andranno agli Uffici scolastici regionali (USR) che non potranno distribuirli a tutte le scuole. Con quale metodo si decideranno i contratti da prolungare?”. “Sulla base dell’andamento dell’epidemia in atto o con quale criterio?”.

Organico aggiuntivo indispensabile

L’organico Covid risale a maggio del 2000, quando subito il Governo aveva intuito che ingressi scaglionati, maggiore necessità di pulizia e sanificazione e gestione degli alunni avrebbe richiesto maggiore personale. Il decreto stanziò quasi un miliardo di euro per assumere docenti e Ata supplenti e far fronte alle richieste delle scuole.

Quest’anno, forse auspicando la fine della pandemia, lo stanziamento ha previsto la replica della misura, ma con contratti fino alla fine dell’anno solare: dicembre 2021. Per i docenti i fondi sono stati subito inseriti nella legge di bilancio e consentiranno la proroga dei contratti fino al 30 giugno. Per il personale ata all’inizio nessuno stanziamento. Poi quello di 100 milioni sufficiente a garantire la prosecuzione del contratto solo a una parte degli attuali 22mila lavoratori appartenenti all’organico covid ata.