Riapertura scuole gennaio 2022: non solo rinvio, le ipotesi più probabili
La data della riapertura delle scuola a gennaio 2022 è tutt’altro che certa. Il Governo spinge per fare in modo che la alla scuola sia garantita la massima normalità possibile, con didattica in presenza e meno giorni sottratti alla didattica possibile. Il tutto però garantendo la scurezza degli studenti e di chi lavora nel mondo della scuola. L’obbligo vaccinale per i dipendenti del mondo della scuola contribuisce sicuramente a garantire una buona percentuale di sicurezza all’interno degli istituti, ma non basta. L’aumento dei contagi durante le feste di Natale rischia poi di ripercuotersi sulla riapertura delle scuole a gennaio.
Fasce di età a rischio
Ritardare la riapertura può essere un aiuto, ma di certo non può costituire la soluzione, ammesso che ci sia. Certamente più impattante sarebbe chiedere a tutti gli studenti un tampone negativo per il primo giorno di scuola Questo consentirebbe di effettuare uno screening importanti di una fascia di età particolarmente a rischio anche perchè scarsamente vaccinata.
In ogni caso, se riapertura delle scuole in ritardo dovrà essere, l’ipotesi più probabile è che si sposti la prima campanella del 2022 al 10 gennaio (in molte regioni da calendario è già deciso che sarà così).
Non vaccinati a casa
L’ex ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli è contraria a questa eventualità e soprattutto a quella di lasciare a casa i non vaccinati: “Non sono d’accordo. Non fare andare a scuola i ragazzi non vaccinati significa fargli un doppio danno, punirli due volte. I minori non vaccinati subiscono infatti le conseguenze di una scelta genitoriale condizionata dalla paura. Attenzione che non diventi un atto di egoismo e di messa in pericolo della salute dei propri figli”.
Secondo l’ex ministra sarebbero altre le strade da percorrere per contribuire a risolvere la situazione: “Ritengo che in questo momento per intensificare la campagna vaccinale si debba puntare su pediatri e genitori, parlando a madri e padri con chiarezza e nettezza sulla necessità di far vaccinare i propri figli – prosegue l’ex ministra dell’Istruzione –Non si possono escludere dalla frequentazione delle lezioni in presenza gruppi di studenti non vaccinati, dal momento che l’obbligo non c’è e dal momento che l’Esecutivo ha scelto la strada dell’invito alla vaccinazione”.
Nessuna esclusione
Il ministro Fedeli ha le idee chiare sulla campagna vaccinale: “Tra l’altro – rimarca – nella stragrande maggioranza dei casi i ragazzi vogliono farsi vaccinare; il coinvolgimento e l’insistenza devono essere mirati dunque a far comprendere ai genitori il rischio di esporre i propri figli ad ammalarsi. È necessario attuare una chiamata alla responsabilità dei genitori verso i figli; la questione non va risolta escludendo dalla frequenza da scuola i non vaccinati, perché l’interesse formativo dei ragazzi deve essere centrale per il Paese”, conclude.