Scuola

Abilitazione insegnamento 60 Cfu: le novità, dal 2022 addio a laurea più 24 Cfu

Il 2022 sarà l’anno della riforma per diventare insegnanti, subito dopo l’attuazione del concorso ordinario scuola secondaria, per il quale si attende il nuovo bando che sostituisca quello di oltre un anno e mezzo fa e per il quale sono già state chiuse le iscrizioni (e non è previsto che vengano riaperte come avvenuto per il concorso ordinario infanzia e primaria).

Arrivare al concorso abilitati

Le novità sostanziali della nuova riforma del reclutamento saranno la formazione iniziale e il nuovo sistema dei CFU per accedere ai concorsi. Si arriverà al concorso già abilitati, con alle spalle un tirocincio minimo che consenta poi di immettere in ruolo personale già formato sul campo.

Tutto ciò dovrà necessariamente passare dall’attuazione, come promesso dal ministro dell’Istruzione Bianchi, di concorsi scuola annuali, che consentano sia un ricambio generazionale, sostituendo tutti i docenti che ogni anno vanno in pensione, sia andando a coprire tutte quelle cattedre vacanti da ormai tempo immemore, che provocano la cronica supplentite di cui la scuola italiana è malata.

I concorsi, proprio per la loro natura frequente, dovranno necessariamente essere semplificati, ancor più rispetto a ciò che è avvenuto per l’ultimo concorso ordinario scuola infanzia e primaria e ciò che succederà con il prossimo concorso per la scuola secondaria, con la scomparsa della prova preselettiva.

Concorsi con frequenza annuale

I nuovo concorsi saranno dunque caratterizzati da frequenza annuale, assenza della prova preselettiva e prova scritta computer based con quesiti a risposta multipla e prova orale + valutazione dei titoli.

Le novità principali sono adesso inerenti le modalità della formazione iniziale dei docenti, da attuare già durante il percorso universitario:

“L’obiettivo è determinare un significativo miglioramento della qualità dei percorsi educativi per offrire a studentesse e studenti sempre migliori livelli di conoscenze, capacità interpersonali e metodologico-applicative, nonché coprire con regolarità e stabilità le cattedre disponibili con insegnanti di ruolo. La formazione e la sperimentazione con metodologie innovative consentiranno un processo di selezione basato non solo sul livello di conoscenza, ma anche sui metodi didattici acquisiti e sulla capacità di relazionarsi con la comunità educativa. Una volta approvata la riforma, è previsto il reclutamento, attraverso il nuovo sistema, di 70.000 docenti entro il 2024″ dice il Pnrr.

Addio ai 24 Cfu

Non ci sono conferme ufficiali, ma nemmeno smentite, inerenti la riforma basata su lauree abilitanti con 60 CFU. Questo significa l’addio alla formula laurea + 24 CFU, decisamente non elogiata, per usare un eufemismo, dal Ministro Bianchi che a tal proposito era convinto che i 24 Cfu “non rappresentano il modello più corretto per diventare insegnante. Noi abbiamo oggi nel nostro ordinamento due lauree abilitanti per l’infanzia e per la primaria mentre chi fa una scelta disciplinare deve recuperare successivamente le competenze pedagogico didattiche; e invece dobbiamo creare dei percorsi che abbiano sin dall’inizio queste competenze per chi vuole fare l’insegnante.”

Un modello che invece piace al ministro prevede il conseguimento tramite CFU dell’abilitazione all’insegnamento con 60 crediti universitari nel settore pedagogico, 24 dei quali da ottenere tramite tirocinio. Sar questa la chiave per accedere ai concorsi semplificati. Poi chi li supera accede ad anno di formazione e prova, con valutazione finale e finalmente la conferma in ruolo.