Ape sociale insegnanti scuola primaria: la Ragioneria dello Stato non ci sta
L’Ape Sociale sarà un’opportunità riservata anche ai docenti e collaboratori della primaria, che potranno così accedere all’istituto della pensione anticipata. Ma il sistema potrebbe non essere sostenibile secondo la Ragioneria che lancia l’allarme: “Costi troppo elevati”.
Opportunità estesa a nuove figure
L’estensione dell’istituto della pensione sociale, estesa oltre che agli insegnanti della scuola dell’infanzia, dal 2022 anche ai maestri e i collaboratori della primaria, che rientreranno così tra i lavoratori usuranti, è una notizia accolta sicuramente con favore dai diretti interessati e dai sindacati. Ma i costi potrebbero non essere sostenibili a lungo termine.
La misura è stata introdotta dalla nuova Legge di bilancio con le modifiche apportate alla normativa sull’Ape sociale. Una misura grazie alla quale potranno beneficiare dell’anticipo pensionistico e lasciare prima del tempo il lavoro molti più insegnanti.
La novità riguarda principalmente gli insegnati del primo ciclo: una categoria di lavoratori che una volta raggiunti i 63 anni di età con 30-36 anni di contributi, a seconda dei casi, potranno andare in pensione la cattedra.
Come funziona l’Ape sociale
A questi insegnanti verrà riconosciuto lo status di lavoratori usuranti, per cui potranno percepire un assegno ponte sino al raggiungimento dei requisiti per la pensione piena (67 anni).
L’anticipo pensionistico al massimo arriva a 1.500 euro lordi al mese (circa 1.150 netti) per 12 mensilità all’anno.
Sistema non sostenibile
Altra possibilità dell’Ape sociale, ma con una contribuzione di almeno 30 anni, quella di poter continuare a chiedere di anticipare la pensione riservata ai soggetti con invalidità civile superiore o uguale al 74%, i caregiver che assistono in familiari in particolari situazione di difficoltà e i lavoratori disoccupati che abbiano di fatto esaurito gli strumenti di sostegno.
Come detto però i costi potrebbero non essere sostenibili. Secondo la Ragioneria dello Stato, concedere questa opportunità a una platea così vasta di lavoratori potrebbe avere ripercussioni sui bilanci dello Stato. La normativa che fa scendere la soglia contributiva per edili e ceramisti crea un precedente pericoloso per altre categorie di lavori gravosi con rischio di costi elevati. I tecnici del Servizio Studi della Camera vanno oltre: Ministero dell’Economia e Presidenza del Consiglio dovranno fornire chiarimenti su platee e maggiori oneri.