Prolungamento vacanze natalizie: quando si decide la data del rientro
Le dichiarazioni che arrivano dagli esponenti del Governo tendono a tranquillizzare circa il rischio che la scuola debba ricorrere nuovamente alla didattica a distanza. Ma l’evidenza dei dati relativi al contagio non possono lasciare indifferenti, soprattutto in virtù del timore, più che fondato, che questi numeri possano crescere esponenzialmente nei prossimi giorni, in virtù degli effetti delle festività natalizie.
A gennaio si tornerà in presenza?
Al momento non sembra esserci alcun dubbio, da parte del Ministero, che a gennaio si tornerà in presenza. Il ministro Bianchi è però possibilista circa l’opportunità che vengano presi provvedimenti circoscritti ad alcune zone particolarmente colpite dai contagi. In questo senso verrà lasciata ampia autonomia alle Regioni, che potranno rivedere o modificare il calendario scolastico di inizio anno e che prevede, per tutta Italia, un rientro tra il 7 e il 10 gennaio.
Bianchi per il momento è ottimista: “Prima della chiusura festiva avevamo un numero di bambini positivi molto controllato, 0,5% su un totale di 8 milioni: avevamo una situazione controllata. Che vi siano aumenti è possibile, e stiamo lavorando tenendo conto di questa possibilità, ma la scuola resta il posto più controllato, sui cui abbiamo la massima di attenzione“, ha detto recentemente il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
Si decide dopo il 3 gennaio
Per il momento l’obiettivo rassicurare: “Tutti gli studenti torneranno in classe. Se si riscontreranno dei focolai, saranno i presidenti delle Regioni e i sindaci a decidere se chiudere o no l’istituto dove è scoppiato il cluster. Saranno condizioni straordinariamente rilevanti ma isolate”.
Tutte valutazioni il cui valore potrebbe essere ribaltato dal rischio di un’impennata di contagi impossibile da escludere, e che anzi diventa sempre più probabile ogni giorno che passa e che si sta già materializzando. Prima del 3 gennaio sarà impossibile avere delle certezze. Sarà quella la data in cui si deciderà l’eventuale prolungamento o meno delle vacanze natalizie: quando si decide la data del rientro.
La preoccupazione delle Asl
Dalle Asl però arrivano segnali di preoccupazione: “Il dato potrebbe essere anche sottostimato – spiega Sara De Nitto, referente Covid scuole Dipartimento di prevenzione della Asl – continuano ad arrivare in queste ore segnalazioni precedenti alla chiusura degli istituti e delle segreterie per via delle Feste di Natale. Questo significa – aggiunge – che ci sono casi in più e che la circolazione del virus continua ad essere significativa nelle classi“.
I presidi non sono tranquilli
Non sono convinti dell’opportunità di lasciare invariato il calendario rispetto alle decisioni iniziali nemmeno i dirigenti scolastici: “La ripresa delle lezioni si prospetta tutt’altro che semplice perché dirigenti e segreterie delle scuole sono subissati, in queste ore, da mail di casi di studenti, familiari, docenti o personale Ata infetti da Covid. Ciò che stiamo registrando nelle scuole della capitale e del Lazio ci fa pensare che sia così anche per il resto delle scuole italiane”, dice Mario Rusconi, dell’ANP Lazio.
Una preoccupazione condivisa a livello istituzionale, come dimostrano le parole del presidente nazionale dei presidi Antonello Giannelli: “Andrebbe introdotto l’obbligo di tampone per il personale scolastico esente, cioè esonerato dalla vaccinazione anti-covid. I contagi crescono esponenzialmente, le scuole vanno messe in sicurezza attraverso l’attuazione di un piano generale di screening, che garantisca un monitoraggio continuo della salute della popolazione scolastica, intesa come studenti e personale, esenti inclusi”.
siamo alle solite istruzione sempre più nel cesso