Scuola

Rientro a scuola dopo vacanze Natale: l’allarme, “Rischiamo 2 milioni di casi”

Sono giorni decisivi per decidere la data di rientro a scuola dopo le vacanze di Natale. L’aumento dei contagi nei giorni scorsi ha rallentato nei numeri ma solo in virtù di un considerevole calo dei tamponi in concomitanza con il weekend. Il timore è che prima dell’Epifania si possa assistere a nuovi record, causati in larga parte dalla variante Omicron. Iniziano dunque ad arrivare le prime prese di posizione, in contrasto alla linea del Governo che spinge per riaprire rispettando i calendari scolastici regionali, tra il 7 e il 10 gennaio. E’ il caso del governatore della Campania De Luca, che spinge per un rinvio della didattica in presenza anche di un mese.

Allarme del Gimbe

E’ d’accordo con De Luca la Fondazione Gimbe, che mette in guardia sulle possibili conseguenze della riapertura delle scuole in un contesto come questo, criticando le misure del Governo, insufficienti, che «sono una sommatoria di pannicelli caldi che non riescono a rallentare la circolazione». Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, è curioso: «Vediamo che cosa verrà fuori dal prossimo consiglio dei ministri, ma bisogna limitare i contatti sociali, magari incrementando lo smart working».

Rischio 2 milioni di positivi

Cartabellotta mette in guardia e teme brutte sorprese, perchè «con questo tasso di crescita dei casi rischiamo comunque di intasare gli ospedali perché si può arrivare a 2 milioni di positivi». Osserva: «Abbiamo una quantità enorme di casi mai vista, tanto che molti hanno definito la Omicron come il virus più contagioso della storia e i numeri che stiamo vedendo la dicono chiaro in questo senso. Abbiamo in media mobile circa 100mila casi al giorno». E avere 100 mila persone positive al giorno «significa che 1100 vengono ricoverate in area medica e 120 in terapia intensiva».

De Luca, no a dad per novax

Un punto su cui De Luca e l’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici non sono d’accordo è la quarantena per i No Vax: «Le Aziende sanitarie – afferma Paolino Marotta, presidente Andis. – si son fatte trovare impreparate di fronte all’impennata della curva epidemiologica, per cui nelle ultime settimane è completamente saltato il sistema del tracciamento dei contagi nelle scuole».

De Luca invece ritiene questa misura ingiusta e antidemocratica: “In relazione alla riapertura delle scuole, sento circolare l’ipotesi di tenere a casa i bambini non vaccinati. Mi sembrerebbe una misura tanto odiosa e discriminatoria, quanto ingestibile. Credo che si debbano prendere misure semplici ed equilibrate, con l’obiettivo di aprire le scuole in presenza quanto prima e per sempre”.

Scuole aperte? Chiuderemo altro

Per Cartabellotta «la scuola rappresenta un bacino di contagi, ed è chiaro che non avendo lavorato sugli aspetti strutturali possiamo modificare quanto vogliamo le modalità di screening e quarantena, ma con questa circolazione virale così alta bisogna fare valutazioni». Se decidiamo di tenere aperte le scuole, dice il presidente della Fondazione Gimbe, «bisognerà chiudere qualcos’altro».