Scuola

Ritorno a scuola Campania: De Luca, “Rimandiamo di un mese”

Il rientro a scuola di gennaio si avvicina, e si avvicina dunque anche il tempo delle decisioni relative alla data in cui gli studenti dovranno riprendere le lezioni, in classe o in presenza. ogni regione si sta muovendo autonomamente, e ci sono presidenti che stanno spingendo in maniera particolare per scongiurare il rischio di un’impennata di contagi correlato alla riapertura delle scuole. Uno di questo è scuramente il presidente della Regione Campania De Luca, convinto che si debba rimandare per non correre rischi.

De Luca vuole un mese di respiro

E soprattutto che non si debbano fare discriminazioni: “In relazione alla riapertura delle scuole, sento circolare l’ipotesi di tenere a casa i bambini non vaccinati. Mi sembrerebbe una misura tanto odiosa e discriminatoria, quanto ingestibile. Credo che si debbano prendere misure semplici ed equilibrate, con l’obiettivo di aprire le scuole in presenza quanto prima e per sempre”.

De Luca si dice convinto che far tornare i ragazzi a scuola il 10 gennaio sia una scelta sbagliata, e che convenga invece prendersi un po’ di tempo per capire qual è la reale portata dei contagi: “Nel quadro attuale di diffusione del contagio fra i giovanissimi, mi parrebbe una misura equilibrata e di grande utilità il semplice rinvio del ritorno a scuola. Prendere 20/30 giorni di respiro, consentirebbe di raffreddare il picco di contagio, che avrà a gennaio probabilmente un’altra spinta, e di sviluppare la più vasta campagna di vaccinazione possibile per la popolazione studentesca”.

Il comitato tecnico scientifico predica prudenza

De Luca è consapevole che il ritorno a scuola in presenza, prima possibile, è un’esigenza dei ragazzi e della scuola in generale, dopo due anni di lezioni a singhiozzo e di tanta didattica a distanza. Ma al tempo stesso sono necessarie le misure di sicurezza minime garantite: “Non sarebbe una misura ideale – dice – ma consentirebbe di riprendere a breve le lezioni in presenza con maggiore serenità per gli alunni, per le famiglie, per il personale scolastico”.

Ma dal mondo scientifico, pur consapevole della necessità della didattica in presenza, arrivano segnali di prudenza. Come conferma il parere del coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, Franco Locatelli: “La priorità è stata sempre quella di permettere le lezioni in presenza. Rimandare gli alunni a casa sarà l’ultima cosa che faremo, è un dovere nei confronti delle nuove generazioni. La scuola ha già sofferto troppo, terremo duro fino all’ultimo”.

Locatelli non lascerebbe le scuole chiuse per un mese come De Luca in Campania, ma almeno una settimana la concederebbe: “Al limite possiamo ragionare di una settimana, allungando però le lezioni a giugno, non dobbiamo privare i nostri ragazzi di un singolo giorno di scuola”.