Didattica a distanza per i non vaccinati: scoppia la polemica, “misura discriminatoria”
La scuola riapre regolarmente ma si inaspriscono le regole in caso di positività a scuola. In particolare, si introduce il provvedimento che in molti volevano evitare, vale a dire la didattica a distanza solo per i non vaccinati, che di fatto sancisce una sorta di discriminazione, secondo molti esponenti politici, all’interno delle classi.
Il dissenso del M5s
“Siamo contrari alla Dad solo per gli studenti non vaccinati. Tra le tante misure che si sarebbero potute applicare questa è l’unica inutile e che stabilisce un precedente discriminatorio nel luogo per eccellenza di inclusione, la scuola”. Lo sostiene il Comitato istruzione e cultura del M5s, composto da Luigi Gallo, Anna Laura Orrico, Michela Montevecchi e Marco Bella e la coordinatrice Lucia Azzolina.
Contraria anche Barbara Floridia
“Dov’è finito il piano del generale Figliuolo per lo screening di massa degli studenti al rientro in classe? Dopo quello di dicembre un altro progetto durato il tempo di un annuncio?”. “La previsione contenuta nel decreto uscito dal CdM, di distinguere gli studenti in base al vaccino e mandare in dad solo i non vaccinati, è discriminatoria. Sono delusa dal fatto che si sia giunti a questa conclusione”. È stata varcata una linea pericolosa, perché si è arrivati a distinguere tra studenti in quello che dovrebbe essere il luogo più inclusivo di tutti: la scuola. Inoltre si complica in maniera evidente l’attività dei docenti, visto che non è semplice tenere lezioni con parte degli studenti in classe ed altri collegati da casa. Infine restano sullo sfondo i problemi legati alla privacy degli studenti. È una misura che non condivido e verso la quale esprimo il mio dissenso”. E’ la posizione della sottosegretaria all’istruzione Barbara Floridia, senatrice M5S.
Il parere del Ministro Bianchi
Il ministro Bianchi invece ribadisce la volontà, messa in pratica con il nuovo decreto, di riaprire regolarmente le scuole dopo le vacanze di Natale tra il 7 e il 10 gennaio: “Avanti con la scuola in presenza e in sicurezza. Siamo andati incontro alle richieste delle Regioni. Le regioni avevano chiesto che per la scuola superiore dopo tre casi si potesse andare in didattica a distanza, e questo è stato accertato per 10 giorni, un tempo determinato. Anche nel caso della scuola è stata una discussione molto articolata e molto serena, che si è conclusa con l’unanimità. La scelta di fondo è che si torni a una scuola in presenza e in sicurezza. Le misure sono divise in base alle fasce d’età e delle condizioni vaccinali”.
Poi spiega: “Abbiamo introdotto un articolo importante, che dà 92 milioni al generale Figliuolo per garantire la possibilità di fare i test, in particolare per quanto riguarda le scuole superiori. Nelle classi dei più grandi con un caso si va in auto-vigilanza e in questo caso l’intervento di Figliuolo è importante perché consente di fare i test”.
Il Ministro Speranza fiducioso
Ha parlato anche il ministro della Salute, Roberto Speranza: “Un Consiglio dei ministri importante che ha approvato all’unanimità norme rilevanti e che crediamo ci possano aiutare nelle prossime settimane a contrastare il virus. La cosa più importante è l’estensione dell’obbligo vaccinale a tutti i cittadini che hanno sopra i 50 anni: sul posto di lavoro verranno controllati con il super green pass. Il concetto per noi fondamentale è che due terzi dei ricoveri nelle terapie intensive è per non vaccinati e in area medica il 50% di no vax, il peso sulle ospedalizzazioni è nell’ambito dei non vaccinati, quindi le scelte che stiamo facendo è restringere il più possibile l’area dei non vaccinati, perché è quella che pesa significativamente sui nostri ospedali. Dobbiamo lavorare per ridurre al massimo le ospedalizzazioni, quello che stiamo facendo con queste norme”.
Draghi, manteniamo le scuole aperte
Il premier Mario Draghi spiega il senso delle decisioni: “I provvedimenti di oggi vogliono preservare il buon funzionamento delle strutture ospedaliere e, allo stesso tempo, mantenere aperte le scuole e le attività economiche. Vogliamo frenare la crescita della curva dei contagi e spingere gli italiani che ancora non si sono vaccinati a farlo. Interveniamo in particolare sulle classi di età che sono più a rischio di ospedalizzazione per ridurre la pressione sugli ospedali e salvare vite”.