Scuola

Posticipo rientro a scuola: richiesta urgente per rimandare almeno di due settimane

Il Governo ha preso la sua decisione: la scuola può riprendere in presenza per tutti. Molte scuole hanno riaperto oggi i battenti, altre Regioni lo faranno lunedì 10 gennaio. Ma chi la scuola la vive ogni giorno non ci sta e chiede un posticipo urgente delle lezioni a distanza, spaventato dall’enorme numero di contagi. Il ragionamento è semplice: se i contagi sono aumentati così tanto con le scuole chiuse, cosa potrà accadere una volta che riapriranno?

L’appello di insegnanti, Ata e genitori

Per questo insegnanti, personale ATA e genitori hanno deciso di lanciare un appello urgente per posticipare la ripresa delle lezioni. L’obiettivo è arrivare almeno a fine gennaio, lasciando i ragazzi a casa per almeno atre due settimane.

La petizione si basa sul presupposto che “a seguito del crescente aumento del numero dei contagi relativi alla nuova variante Omicron che colpisce le fasce più giovani della popolazioni con conseguenze talvolta anche gravi, riporta la petizione, poiché non è possibile garantire alcun distanziamento data la sottostimata capienza delle aule, in cui non esistono sistemi adeguati di ventilazione, purificazione, sanificazione dell’aria, la didattica a distanza potrebbe essere una valida alternativa. Alla luce dei dati proiettati, non sarà cosa facile garantire la tutela della salute e il rispetto delle norme di sicurezza. A ciò si aggiunge anche il fatto che il virus si diffonde per via aerea e che la classe favorisce meglio la diffusione del contagio. Riaprire le scuole in presenza significherebbe favorire un aumento maggiore dei contagi. Si richiede, pertanto, l’attivazione della didattica a distanza almeno per due settimane. E’ nostro dovere garantire la tutela della salute e la sicurezza di migliaia di persone“.

Dirigenti scolastici preoccupati

Non solo insegnanti, personale Ata e genitori sono convinti che le scuole in questo momento non possano e non debbano riaprire. Anche i dirigenti scolastici hanno deciso di inviare un messaggio al presidente del Consiglio, Mario Draghi e al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi affinchè tornino indietro sulla decisione di riaprire in presenza senza alcun rinvio.

I dirigenti scolastici sono particolarmente preoccupati per le assenze di personale ata e docenti con cui dovranno fare i conti: “A pochi giorni dall’inizio delle lezioni dopo la pausa natalizia, durante la quale non ci siamo mai fermati, stiamo assistendo con preoccupazione crescente all’escalation di assenze. Abbiamo personale sospeso perché non in regola con la vaccinazione obbligatoria e, ogni giorno di più, personale positivo al Covid, che non potrà prestare servizio e nemmeno potrà avere, nell’immediato, un sostituto”, continua.

Rimandare l’apertura di almeno due settimane

“Si parla di numeri altissimi, mai visti prima. Ci rendiamo conto che sottovalutare la prevedibile ed enorme mancanza di personale determinerà insolubili problemi. Aggiungiamo, ma è cosa nota, che l’andamento del contagio con la nuova variante del virus colpisce come mai prima le fasce più giovani della popolazione, anche con conseguenze gravi, e che il distanziamento è una misura sulla carta, stanti le reali condizioni delle aule e la concentrazione degli studenti nelle sedi. Una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza (con l’attivazione di lezioni a distanza) per due settimane è sicuramente preferibile ad una situazione ingestibile che provocherà con certezza frammentazione, interruzione delle lezioni e scarsa efficacia formativa. Lo vogliamo sostenere con forza, decisione e con la consapevolezza di chi è responsabile in prima persona della tutela della salute e della sicurezza di migliaia di persone”, conclude l’appello.