Scuola

Rientro a scuola 2022: rischio 100mila dipendenti assenti il 10 gennaio

La scuola riaprirà il 10 gennaio, in presenza, nonostante il parere contrario dei sindaci e dei presidenti delle Regioni. Ma potrebbe riaprire nel caos. E’ l’allarme lanciato da Antonello Giannelli, numero uno Anp, secondo cui lunedì potrebbero essere “assenti 100.000 dipendenti della scuola su un milione – tra docenti e personale Ata – ovvero un 10% del totale, per le più svariate questioni legate a Covid, quarantene, vaccini e tutto il resto”.

La Dad sarebbe un fallimento per il Governo

Il Governo resta invece della propria convinzione. La sensazione è che la dad venga vissuta dal Governo come la prova di un fallimento delle misure prese finora, a cominciare dal Green Pass proseguendo per l’obbligo vaccinale per il personale scolastico. E che dunque sia necessario difendere la sicurezza dell’ambiente scolastico. Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, è convinto: “L’aumento dei contagi non è avvenuto nelle scuole, ma quando gli istituti erano chiusi”. La domanda è: con la riapertura delle scuole l’aumento subirà una ulteriore impennata? Lo sapremo solo nella seconda metà di gennaio, quando gli eventuali effetti della riapertura delle scuole inizieranno a manifestarsi.

Bianchi spiega: “Con il provvedimento approvato il 5 gennaio diamo la possibilità per una scuola in presenza, in una situazione controllata e regolata”. Niente DaD, quindi: bisogna “insistere sulla presenza, è una misura sanitaria importante”.

Aggiunge anche che “abbiamo approvato una serie di provvedimenti articolati, anche per la scuola. È stato ribadito il principio base e importante della scuola in presenza ma abbiamo anche regolato, per casi specifici e mirati, l’uso della dad per 10 giorni. Siamo intervenuti per regolare una situazione che poteva essere fuori controllo come quella della formazione a distanza”.

In Campania si va a scuola dal 10 gennaio?

Resta aperto il tema Campania, con l’ordinanza del governatore della Campania che introduce la DaD sino a fine gennaio per tutti gli alunni campani, fatta eccezione per gli studenti delle superiori. Bianchi ha dichiarato che “il Governo deve garantire la legalità. Il presidente De Luca ha avanzato un’ordinanza per chiudere le scuole in Campania ma è in esplicito contrasto con la norma oggi vigente in Italia, pubblicata già nell’agosto scorso”.

La posizione delle altre Regioni

Di fatto concorde con il presidente De Luca, anche se no ha emesso alcuna ordinanza, il governatore della Puglia Emiliano: “Le Regioni hanno, invano, richiesto un posticipo della riapertura per avere il tempo di completare le vaccinazioni degli studenti e in particolare quelle dei più piccoli, ma il Governo sul punto è stato irremovibile”.

Il governatore del Veneto, Luca Zaia ha chiesto “l’autorevole espressione scientifica del Cts”: la “stiamo ancora attendendo, dopo che su mia iniziativa questa richiesta è stata presentata in Conferenza Regioni e portata al Governo”, ha detto Zaia all’Ansa.

Secondo il presidente del Veneto, il problema è che dinanzi “all’importante ondata del contagio” e al dibattito conseguente sulla riapertura o meno “abbiamo davanti uno scenario che sarà un ‘calvario’ per la scuola, tra insegnanti colpiti dal Covid, altri assenti per malattia, altri ancora no vax e nuove regole della Dad. Insomma quella della scuola rischia d’essere una falsa apertura”.