Mobilità docenti 2022 23: cancellazione del vincolo triennale, decisione entro fine gennaio
Va avanti la complessa trattativa tra ministero e sindacati che ruota attorno al rinnovo del contratto di mobilità. Gli ultimi incontri non hanno visto la presenza di alcuni sindacati. Adesso invece gli incontri possono contare anche sulla presenza di punti di riferimento importanti per il mondo docente come Flc Cgil, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams. Proprio questi sindacati prima di Natale avevano dichiarato lo stato di agitazione.
Le condizioni della trattativa
Condizione imprescindibile per proseguire il tavolo della trattativa, per tutti i sindacati, la cancellazione del vincolo triennale. Se non si partirà da questo presupposto, difficilmente si potrà andare avanti con la trattativa. Contrattazione che risulta più difficile del previsto, in considerazione del fatto che l’ultima riunione è terminata senza che le parti siano riuscite ad arrivare a un accordo.
L’obiettivo di fine gennaio
Il tempo però stringe, perchè entrambe le parti vogliono arrivare alla conclusione della trattativa entro fine mese. Un passo avanti, almeno dal punto di vista del confronto, è comunque stato fatto se si considera che questa è la prima riunione dell’anno nuovo e ha potuto contare su un’ingente presenza di sindacati, mentre nell’ultima riunione del 22 dicembre aveva partecipato soltanto la Cisl Scuola, unico sindacato a non scioperare a dicembre. Anche in quell’occasione però ci si era alzati dal tavolo della trattativa con un nulla di fatto.
L’eliminazione dei vincoli è condizione indispensabile per avere il via libera dai sindacati, ma non sarà facile trovare un’accordo con il ministero considerato che l’amministrazione si attesterà sulle obiezioni di natura politica. A breve ci si aggiornerà per un nuovo incontro che potrebbe sbloccare la trattativa.
Spero che il vincolo triennale sia tolto, così potrei tornare nella mia regione.
Ho preso ruolo a 90 km da casa. Il primo anno ho optato per rimanere là e tornare a casa solo il weekend. 250 euro di affitto, 400 euro di mutuo qui. Doppie bollette. Impossibile starci dentro economicamente. Quest’anno vado su e giù. Un’ora e mezza di andata e altrettanto il ritorno. Il lavoro che amo sta diventando un inferno.
Sono a 110 km, nella mia regione ma buttata in una provincia a caso!!! È il secondo anno che affitto un secondo appartamento per la settimana. In una situazione già complicata per la pandemia. Sono amareggiata.
Appurato che il vincolo non migliora la didattica ma che anzi la frammenta ulteriormente, al netto di condizioni economiche pesanti che gravano totalmente sul vincolato lontano da casa, al netto del danno psicologico del vincolato lontano da casa, al netto di famiglie disgregate, al netto di nessun valore aggiunto all’insegnamento, a chi serve il vincolo? Perché a cosa serve lo sappiamo: a nulla.
Vorrei che almeno concedessero l’assegnazione provvisoria, potrei raggiungere il mio futuro marito che vive e lavora in Lombardia, a tanto km da me!!!
Dalla Sicilia, mi ero ambientata in un piccolo comune del Veneto come. Poi quest’anno all’improvviso Piemonte e il vincolo. Non chiedo di rientrare in Sicilia, ma di potermi spostare in Veneto, dove ho costruito dei legami e vissuto in un paese immerso nella natura. Ognuno ha esigenze diverse. Il Sud non è la scelta scontata per tutti.
Ho superato l’ultimo concorso straordinario e insegno in Toscana da cinque anni. Qui spendo tutto quello per vitto, benzina, affitto e bollette. I miei genitori sono ultraottantenni e vivono in Campania. E io, non si capisce bene per qualche motivo, non posso chiedere neanche l’assegnazione provvisoria prima dell’AS 24/25. Spero che anche al Ministro capiti di avere persone care in difficoltà e doverne stare lontano. Lo spero non per cattiveria, ma per senso di giustizia