Super Green Pass scuola: abolizione e assegni alimentari per chi è sospeso
Ha senso il Super Green Pass scuola? La domanda è particolarmente di moda in questo periodo, e se la pongono in particolar modo, oltre ai diretti interessati coinvolti dalla sua istituzione, anche molti politici sin dal primo momento contrari all’ennesima versione della certificazione verde in particolar modo nella sua declinazione riservata al personale scolastico.
180 emendamenti
Molti gli emendamenti finalizzati alla soppressione dell’obbligo, che puntano a modificare il Decreto Legge n.172 del 26 novembre scorso. Ci sono ben 180 emendamenti e 14 ordini del giorno presentati che puntano in una direzione: il super green pass scuola è una misura eccessiva, che ignora il diritto alla libera scelta, più volte ribadito dall’Unione europea. E che non tiene presente che nella scuola oltre il 99% del personale docente si è già sottoposta alla vaccinazione anti Covid19.
Marcello Pacifico, presidente Anief sottolinea come “queste richieste si sommano alle nostre, che da settimane ci opponiamo all’obbligo per i lavoratori di presentarsi a scuola solo previo possesso del Green Pass e del certificato di vaccinazione. Nel comparto abbiamo di fatto raggiunto l’immunità di gregge e ora quindi questi provvedimenti sono diventati inutili, oltre che vessatori, antidemocratici e discriminanti. Ancora di più perché stanno diventando la giustificazione del ritorno in classe in presenza, che è un azzardo, come sostengono i virologi, per i quali le scuole non andavano riaperte e a breve dovranno inevitabilmente chiudere per l’elevato numero di contagi”.
Vessatorio e discriminatorio
Il Super Green Pass per i lavoratori della Scuola e del Pubblico impiego, secondo Anief è un provvedimento “punitivo”, perché impone un obbligo vaccinale vessatorio e discriminatorio verso una categoria di lavoratori, quella della scuola, già caricata da limitazioni, obblighi e carichi tali da rendere lo svolgimento della propria funzione difficoltoso e poco valorizzante.
Anief ha proposto 18 emendamenti finalizzati all’annullamento dell’obbligo vaccinale laddove i docenti possano svolgere la prestazione lavorativa in modalità a distanza e gli ATA in modalità agile. Anief è anche contraria al fatto che il personale non vaccinato sia sospeso, non conservando il diritto all’assegno alimentare, chiarendo che la vaccinazione è requisito essenziale per lo svolgimento del lavoro in presenza e che, come già stabilito dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 marzo 2020 e successivamente confermato dalla legge di conversione 24 aprile 2020, n. 27, le pubbliche amministrazioni assicurano lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in forma agile.
Assegni alimentari per chi è sospeso
Anief spinge anche affinchè il personale sospeso dal servizio usufruisca degli assegni alimentari. Si è anche proposto di ricomprendere nella sostituzione del personale sospeso, oltre che quello docente anche il personale educativo ed ATA e l’abolizione delle sanzioni pecuniarie.
Anief ha anche proposto di contenere gli effetti della sospensione del rapporto di lavoro per il personale non in regola con l’obbligo vaccinale che implica la sospensione di ogni forma di retribuzione e potrebbe avere effetti negativi sovradimensionati di lungo periodo o persino irreversibili. E non solo a danno del lavoratore sanzionato, ma anche sui componenti della famiglia.
Inoltre, sempre secondo l’organizzazione sindacale autonoma sarebbe opportuno limitare il ricorso all’obbligo vaccinale esclusivamente alle zone a rischio elevato di diffusione del contagio, cosiddette zone “rosse”, e che le verifiche vengano condotte solo sul personale in effettivo servizio, i lavoratori in congedo, aspettativa o malattia. Come sarebbe logico che il personale che si trovi a svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile non sia soggetto a sanzioni e venga immediatamente reintegrato qualora sospeso.