Rientro a scuola Reggio Calabria: decisione del Tar, si torna in aula
AGGIORNAMENTO – A Reggio Calabria si torna a scuola in presenza. Lo ha stabilito il Tribunale Amministrativo in seguito al ricorso da parte di alcuni genitori in riferimento all’ordinanza di sospensione dell’attività didattica, con l’accoglimento dell’istanza sospensiva della didattica a distanza per il Comune di Reggio Calabria da parte del Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria Sezione Staccata di Reggio Calabria.
“Visto il ricorso, notificato il 16 gennaio 2022 e l’ordinanza contingibile ed urgente del 15 gennaio 2022 prot. n.3 del sindaco f.f. di Reggio Calabria, con la quale è stata disposta la “sospensione delle attività didattiche ed educative in presenza nelle scuole pubbliche, paritarie e/o private di ogni ordine e grado, ricadenti del territorio comunale”, il presidente Caterina Criscenti fa sapere che il tribunale “accoglie l’istanza di misure cautelari monocratiche e, per l’effetto, sospende gli effetti dell’ordinanza sindacale n. 3 del 15 gennaio 2022. Fissa per la trattazione collegiale, la camera del consiglio del 9 febbraio”.
Decisione Tar su riapertura 19 o 22 gennaio
Regna ancora l’incertezza sul ritorno a scuola a Reggio Calabria in virtù dell’ordinanza firmata dal sindaco Paolo Brunetti che ha disposto la proroga della sospensione dell’attività scolastica in presenza per ogni scuola di ogni ordine e grado di Reggio Calabria, sia pubbliche e private, con esclusione degli asili nido, con decorrenza dal 17 al 22 gennaio 2022, contestata da alcuni genitori che hanno fatto ricorso al Tar.
Decisione sofferta
“Una decisione sofferta ma necessaria alla luce dell’andamento dei contagi, purtroppo ancora negativo, in tutto il territorio cittadino”, spiega l’inquilino di Palazzo San Giorgio che ha assunto il provvedimento al termine della riunione online a cui hanno preso parte i dirigenti delle scuole di ogni ordine e grado presenti sul territorio cittadino e gli esperti della task force comunale sulla Sanità”, le parole di Brunetti.
Ma alcuni genitori hanno deciso di presentare un ricorso al Tar chiedendo la riapertura immediata degli istituti scolastici.
Decisione insensata
“Si tratta di una decisione insensata. I ragazzi si assembrano ovunque, anche in spazi al chiuso, di conseguenza la scelta dell’amministrazione comunale di chiudere gli istituti scolastici non ha una comprensibile motivazione. Anche il Governo nazionale, dopo aver valutato con attenzione la situazione, si è espresso chiaramente per la riapertura delle scuole, dicendosi pronto a impugnare le ordinanze di chi avrebbe optato per la Dad”.
Queste le motivazioni del ricorso presentato dal Tar da parte del legale del gruppo di famiglie reggine (i cui figli frequentano diversi istituti scolastici) Adele Pedà. Si aspetta ora la decisione del Tar. Che potrebbe far tornare i ragazzi in classe già da domani mercoledì 19 gennaio. O che potrebbe confermare le scuole chiuse fino al 22.
Preoccupazione e sconcerto
Giovanni Giordano, Amministratore “Gruppo genitori per la dad Reggio Calabria”: “Certo di interpretare lo stato d’animo di migliaia di genitori reggini volevo esprimere il senso di sorpresa, preoccupazione e sconcerto nell’apprendere la notizia di un ricorso al Tar, depositato da un gruppo di genitori della nostra città, avverso l’ordinanza di chiusura delle scuole fino al 22 p.v.
Il contesto in cui è maturata la decisione degli amministratori della nostra città, improntata al buonsenso, è quello di un momento di grande emergenza epidemiologica con una alta recrudescenza dei contagi tutt’ora in atto.
Non si è ancora raggiunto il picco
Tra l’altro il nostro Sindaco con l’ordinanza “contestata” ha preso atto tra l’altro, della nota del Gom che descrive la situazione di grave sofferenza del principale presidio ospedaliero del territorio metropolitano. È di ieri il report del CNR che indica la nostra provincia tra quelle, dove non solo non si è ancora raggiunto il picco, ma dove è in corso una crescita lineare del contagio.
In questa quarta ondata i casi in fascia pediatrica sono aumentati sensibilmente sia nella nostra città che nell’intero territorio metropolitano, visto anche che i bambini sono attualmente più vulnerabili al virus, considerata la bassa percentuale di vaccinazioni nella predetta fascia d’età, dove l’infezione può rivelarsi in maniera insidiosa e con conseguenze pericolose anche successivamente alla guarigione.
Condizione di emergenza
Viviamo in una società smart, digitale, iperconnessa: smartworking, telelavoro, realtà virtuale, dad, non sono oggetti del demonio, al contrario sono strumenti che permettono di poter lavorare, riunirsi, studiare anche a grandi distanze, soprattutto in condizioni di emergenza.
È fuor di dubbio che nella “normalità” la scuola è un’aula piena di bambini che apprendono, socializzano, fanno esperienza, ma siamo nella normalità? O nel mezzo di una pandemia con il virus più contagioso della storia?
È chiaro che la didattica a distanza può creare residuali diseguaglianze nonché problemi di ordine pratico, ma nelle emergenze sono necessari sacrifici, soprattutto quando un altro diritto, quello alla salute, è messo a rischio laddove “unicum” ,21,23,26 adolescenti respirano per 5,6 ore consecutive la stessa aria.
Attesa per la decisione del Tar
Riteniamo che il prosieguo della dad, fino alla scadenza del provvedimento del sindaco, sia una misura di assoluto buonsenso; attraverso la stessa, per un tempo auspicabilmente ridotto, ai bambini sarà comunque garantito il diritto all’istruzione, cautelandoli nel contempo dal rischio di contagio, permettendo di continuare la campagna vaccinale dei bambini in corso in questi giorni, nonché dare l’opportunità ai dirigenti scolastici di predisporre eventuali ulteriori misure di sicurezza alla luce della maggior trasmissibilità dell’ormai prevalente variante omicron.
Ovviamente, attendiamo con rispetto e fiducia la decisione dei giudici del Tar che si esprimeranno sulla vicenda de quo, con l’auspicio che i bambini possano proseguire ancora per qualche giorno con la didattica a distanza e poter quindi presto rientrare in sicurezza”.