Nuove regole covid scuola: niente Dad da medie in su, a casa solo non vaccinati
Nonostante la riapertura delle scuole stia incidendo sulla curva dei contagi, contribuendo a rallentare la discesa e rimandando il picco, la politica sembra sempre più intenzionata ad allentare le misure restrittive per insegnanti, studenti e personale scolastico in generale.
Scongiurare un ritorno alla dad
L’obiettivo numero uno per il Governo resta sempre quello di impedire che si torni alla Dad, e per questo a breve si attendono nuove regole per agevolare le lezioni in presenza, nonostante il timore di nuove Regioni in zona rossa. Lo ha confermato anche il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, convinto che “lo scenario sta cambiando in positivo, quindi anche le regole devono adeguarsi. Stiamo andando verso un alleggerimento delle misure”. Novità che non possono non riguardare anche la scuola.
Se si parte dal presupposto che la priorità è assicurare le lezioni in presenza, non si può prescindere da regola che agevolino questa opportunità. Per il Governo le scuole aperte sono importanti “perché è un segnale tangibile di un Paese che non vuole tornare a chiudere. È un messaggio di fiducia e di speranza. Sempre adottando le dovute cautele e senza abbassare la guardia, credo che dalle scuole medie in su, dove la platea dei vaccinati supera l’80%, tutti i ragazzi vaccinati dovrebbero stare in classe, anche se ci sono due o tre positivi – ha precisato il sottosegretario -. La Dad è inevitabile solo per i più piccoli quando ci sono contagi, perché loro sono ancora molto scoperti”.
Lavoro immane dei presidi
Detto questo, i contagi ci sono e probabilmente aumenteranno nei prossimi giorni nel mondo della scuola. L’allarme lo lanciano i presidi. L’Anp non condivide la linea di Bianchi e spiega: “Di un dato abbiamo certezza – si legge nella nota -: se la “catastrofe” è stata sino ad oggi evitata lo si deve al lavoro immane dei dirigenti scolastici, dei loro staff, dei referenti Covid, dei collaboratori scolastici e del personale di segreteria. Per essere più chiari, quello appena trascorso è stato l’ennesimo fine settimana che ha visto molti colleghi impegnati, senza soluzione di continuità, nel processare le richieste di tracciamento, nel predisporre le comunicazioni per le famiglie e per gli studenti, nel definire le disposizioni per il personale. Sottolineiamo che l’attività di tracciamento ha carattere sanitario, ha poco a che fare con la dirigenza delle scuole e deriva, essenzialmente, dalla clamorosa latitanza delle ASL e dalla loro inaccettabile propensione a delegare ai colleghi i relativi adempimenti. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: nonostante l’autonomia scolastica non riguardi le misure sanitarie, i dirigenti delle scuole stanno dedicando ad esse tutte le loro energie”.
Semplificare i tracciamenti
I presidi hanno le idee chiare sulla strada che va intrapresa: “l’intera procedura di tracciamento va drasticamente semplificata, curando che sia poi realmente svolta dalle ASL. Altre criticità sono immediatamente rilevabili nel conteggio dei casi positivi all’interno del gruppo/sezione/classe: non si sa se gli adulti vi rientrino; alcune ASL danno indicazioni contrastanti, altre evitano accuratamente di esprimersi. Limiti si manifestano anche nelle operazioni di rientro in classe degli alunni della scuola primaria previa effettuazione del tampone T0, nelle raccomandazioni relative al distanziamento a mensa, ragionevole ma non applicabile, nella difficoltà pratica di verificare la tempistica della vaccinazione degli studenti delle scuole secondarie. Tutto questo provoca evidenti interferenze con l’attività didattica”.