Scuola d’estate 2022: prende forma la riforma del calendario scolastico
La scuola d’estate 2022 è un’ipotesi tutt’altro che tramontata nei piani del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Nonostante l’anno scolastico sia ricominciato senza troppi ritardi, fatta eccezione per qualche Regione come Campania e Sicilia poi costretta ad adeguarsi da sentenze del tribunale, il ministro dell’Istruzione in audizione in commissione Cultura e Istruzione alla Camera ha spiegato come la riforma del calendario scolastico sia uno dei punti su cui intende continuare a lavorare per dare un volto nuovo alla scuola italiana.
Riforma calendario a lungo termine
Il Ministro sa però che dovrà fare in fretta, perchè l’eventuale fine del mandato di Draghi alla presidenza del Consiglio, rischierebbe di interrompere anche il suo di mandato, lasciando tutti questi buoni propositi soltanto nelle intenzioni. Bianchi è convinto ci sia la necessità di una riforma del calendario scolastico. E in quest’ottica, l piano estate potrebbe diventare una soluzione da adottare a lungo termine.
D’altra parte la scuola estiva è già stata introdotta, con buoni risultati: “L’anno scorso abbiamo avviato un piano per l’estate in via sperimentale a cui hanno partecipato 7500 scuole. Ha coinvolto soprattutto quelle aeree che altrimenti ci sarebbe stato il vuoto una volta chiusa la scuola“, ha detto Bianchi davanti ai deputati.
Calendario competenza delle Regioni
Per questo il progetto va avanti e potrebbe diventare sempre più concreto. “Stiamo lavorando ad un nuovo piano estate“, ricorda Bianchi. Il senso della riforma sarebbe quello di allungare il calendario scolastico: “potremmo in qualche modo agire sul calendario scolastico, però il calendario è competenza esclusiva delle regioni. Noi possiamo fare un ragionamento complesso per verificare le diverse condizioni territoriali. Si può fare“.
Al momento il ministero sta prendendo in considerazione due possibilità: “Mutando la norma che prevede che il corso dell’anno sia di 200 giorni oppure lavoriamo su un piano estate che diventi tale da comprendere tutte le scuole“.
Lavori in corso
“Noi abbiamo avuto situazioni molto belle, dove è stata sperimentata scuola nuova”, aggiunge il Ministro dell’Istruzione.
Insomma i lavori sono in corso per introdurre una modifica del calendario scolastico che, di concerto con le Regioni, porti ad allungare le lezioni. Il tutto passerebbe attraverso un piano estate per tutte le scuole, che diventi parte integrante del calendario scolastico stesso. Una notizia che certamente sarà accolta in maniera differente da genitori e alunni. I primi potrebbero considerare positiva una soluzione simile, considerato che spesso le lunghe vacanze estive mal si conciliano con le esigenze lavorative dei genitori. Alo stesso tempo gli alunni, che spesso procedono a un conto alla rovescia verso la fine della scuola a giugno, potrebbero non vedere di buon grado questo prolungamento forzato.
Sempre più schifata…
Ma per favore in estate ma siete ridicoli andate voi dentro le scuole a crepare di caldo specie qui in sardegna che arriviamo anche a più di 30 gradi .Ma non ci penso minimamente a portare mia figlia in estate sempre scioccata e schiffata
Se dotassero le scuole di condizionatori o ventilazione idonea, zanzariere alle finestre, frigo bar e fontane fruibili in tempi di pandemia… Un pensiero di ritornare a scuola a luglio si potrebbe fare, ma prima dovremmo convincere i genitori che i loro figli staranno meglio a scuola che non ai centri estivi..attrezzati con piscina, ginnastica, musica, mensa, ecc…
Scriviamo “parcheggio gratuito figli” allora, non scuola. A maggio siamo tutti stanchi, perché se il ministro Bianchi non lo sapesse, in aula si lavora e tanto. Poi aule gelide d’inverno (areare gente, areare!) e bollenti in estate e il covid che impera (perché “sorpresa” il covid a scuola corre veloce). Ultima cosa stipendio ridicolo (nessun professionista laureato prende meno di un operaio specializzato). Invece di riformare il calendario la scuola andrebbe svecchiata di tanti contenuti obsoleti. Sempre più schifata da questi politicanti buoni a nulla
Ma smettiamola di dire minchiate……bambini e ragazzi devono avere uno svago e staccare …..perché non ci pensavate prima a recuperare tutto ciò apposto di prolungare il virus e mangiarvi solo soldi ……i ragazzi rifiuteranno quest offerta e se qualche genitore ha i figli sullo stomaco perché deve lavorare e non sa cosa fargli fare e dove lasciarli esistono i campi estivi dove si possono divertire ma no andare a scuol e crepare Co 30 40 gradi e senza avere tempo libero…….già la vita è una noi ci mettiamo a perdere tempo solo studiando abbiamo finito ma smettiamola andatevene a fare pulizie che forse quello vi riesce meglio…….
Ma la smetta di fare lo schifo con la scuola! In estate ci andasse lui a morire di caldo dentro le aule e magari pure con le mascherine! I bambini ed i ragazzi hanno bisogno di tempo libero per dedicarsi anche alle attività fisiche/sportive, tempo da dedicare al mare e all’aria pulita e soprattutto tempo da dedicare al riposo del cervello, soprattutto in questo periodo che li ha massacrato, tra chiusure di tutte le attività ricreative, quarantene e lockdown. Può prolungare quanto vuole la scuola, i miei figli alla metà di giugno andranno al mare, non certamente a scuola.
Che significa “recuperare le lezioni perse a causa del covid”. Invece non si è persa neanche una lezione: in più occasioni politici, giornalisti, dirigenti, ecc. hanno ringraziato i docenti per il lavoro fatto durante i tempi di pandemia. Durante la DAD il lavoro dei docenti è aumentato per il numero di ore effettuate (e non pagate). Rimane il problema della vita di relazione degli studenti che si è ridotta durante il covid. Ma questo non può essere imputato ai docenti. Come pure lo scarso impegno di alcuni studenti in DAD, che l’insegnante spesso non poteva né rilevare, né contrastare.
Se poi, dietro il discorso, c’è il pregiudizio verso gli insegnanti che hanno troppe ferie, il discorso è un altro. A questo proposito accenno solo che nei giorni lavorativi gli insegnanti non hanno “tempi morti”, che il loro lavoro non si limita ai compiti svolti nell’ora di lezione in aula e che oggi “tenere una classe” è molto faticoso.
E’ vero, i problemi della Scuola ci sono, ma cercare di risolverli allungando il calendario scolastico è riduttivo e semplicistico. Al di là delle chiacchiere, chi critica o chi vuole riformare la Scuola, entrasse in una classe almeno una volta, per farsene almeno un’idea. E poi, un cambiamento della Scuola, che io ritengo utile e urgente, deve implicare un cambiamento della società italiana o se volete europea, ridefinendo gli obiettivi della Scuola in relazione alle necessità della società. Dovranno cambiare le materie, le strutture e i macchinari della Scuola, il training degli insegnanti e tanto altro ancora.
Ma non basta, ci vuole coraggio: la Scuola dovrà essere per tutti (compresi quella parte di studenti
che non partecipano alla lezione e spesso la danneggiano), o solo per chi vuole imparare. Ancora, la Scuola deve essere un contenitore di contenuti di vario genere (didattica, informazione, gite, convegni, corsi, ecc) o deve fare solo didattica. Il titolo di studio finale deve essere un voto o la descrizione della persona alunno. E ce ne sarebbe da aggiungere. Non è un problema di aggiungere un mese di scuola, al quale poi parteciperanno il 5% degli alunni che verranno a scuola
“a chiacchierare”. Il vero problema è più grosso, perdonatemi il termine, ma serve a capirci.
Mia sorella insegna in un istituto alberghiero. Hanno ad inizio anno scolastico paventato questa probabilità, inserendola nel calendario. Al momento di dare la disponibilità da parte dei docenti nessuno ha voluto “impegnarsi” sopratutto chi aveva contratto al 30 giugno. Tantomeno gli alunni non hanno voluto nemmeno capire come si sarebbero svolte le attività in quanto la maggiorparte di loro avrebbero lavorato per la stagione estiva. Guardare gli altri paesi europei che adottano la scuola d’estate non ha senso, loro hanno un altro approccio altre leggi poi le lezioni terminano in un dato periodo più breve rispetto a noi.