Stipendio supplenti Covid: via ai pagamenti, ma c’è una brutta sorpresa
Dopo aver atteso diverse settimane il ritardo del pagamento stipendi, i supplenti docenti e ATA Covid devono fare i conti anche con la brutta sorpresa di visualizzare su NoiPA (quando ci riescono, considerati i malfunzionamenti delle ultime settimane) un importo della mensilità più bassa rispetto al totale dei mesi precedenti. In alcuni, casi, alcuni dipendenti hanno visto una riduzione dello stipendio molto consistente, che arriva a sfiorare i 250 euro in meno.
Le incertezze dei contratti Covid
Ricordiamo che l’organico covid è un contingente inserito di emergenza nel mondo della scuola per far fronte alla pandemia. Si tratta di docenti e Ata che hanno ottenuto un contratto a tempo indeterminato per far fronte all’emergenza sanitaria che rendeva impossibile la gestione delle classi con il personale base a disposizione. Organico che nelle ultime settimane dello scorso anno ha anche avuto a che fare con le montagne russe relative al rinnovo del contratto. che alla fine è stato prorogato fino a marzo 2021, ma con l’impegno di portarlo fino alla fine dell’anno scolastico non appena saranno reperiti i fondi necessari (decreto milleproroghe?).
I presidi stessi, sul finire dell’anno scorso, avevano minacciato annullamento del tempo pieno o addirittura chiusura delle scuole nel caso in cui non avessero potuto contare sul rinnovo del contingente Covid.
Stipendi pagati in ritardo
A questa incertezza, si è sommata negli ultimi mesi la saga del ritardo degli stipendi, il cui pagamento avviene sempre in ritardo. Ritardo che è andato oltre il solito mese cui, per malcostume, ci si è ormai abituati. Ma un ritardo anche di diversi mesi. Che ha mandato in crisi molte famiglie che su quello stipendio fanno affidamento per far quadrare i conti mensili.
Importo più basso per lo stipendio di gennaio 2022
Ora i pagamenti sembrano in dirittura d’arrivo, ma come detto c’è la brutta sorpresa di una cifra anche significativamente più bassa rispetto a quella percepita nei mesi precedenti. Il motivo è che si tratta di una mensilità dello scorso anno, ma sottoposta alla tassazione di trattenute fiscali che potranno essere rimborsate nei mesi successivi. La spiegazione è che si tratta di importi percepiti nel 2021 ma riferiti all’anno precedente e che potranno – a seconda la situazione individuale – essere recuperati in sede di dichiarazione dei redditi.