Scuola

Riforma reclutamento insegnanti: doppio canale di reclutamento e non solo

La riforma del reclutamento docenti è una delle sfide che il ministero dell’Istruzione si propone di affrontare e vincere in questo 2022, a patto che non avvenga un trasloco di Draghi al Quirinale che porterebbe, con ogni probabilità, anche a un cambio di guardia in vari ministeri, Miur in primis.

Doppio canale di reclutamento

Cosa che interromperebbe tutto il lavoro portato avanti finora dal Ministro Bianchi, all’interno del quale figura anche e soprattutto la riforma del reclutamento docenti, che come dimostrano le statistiche, non sta funzionando e non sta portando in cattedra un numero di docenti adeguato alle esigenze della scuola italiana.

Che continua ad andare avanti con il ricorso ai supplenti, alimentando il precariato e penalizzando così la professionalità dei docenti stessi e la continuità didattica degli studenti. Marcello Pacifico, presidente Anief, ribadisce l’importanza di adottare provvedimenti che nel breve periodo contribuirebbero a risolvere questa annosa situazione: “Sembra impossibile a realizzarsi, ma abbiamo il record di posti vacanti e di supplenti ma non riusciamo a farli venire incontro: il fallimento è palese. È chiaro che occorre cambiare le regole: quindi, inseriamo il doppio canale di reclutamento, che permetta di chiamare i supplenti dalle stesse graduatorie con cui vengono chiamati ogni anno con contratti a tempo determinato. Inoltre, portiamo nell’organico di diritto tutti i posti vacanti in organico di fatto, specialmente quelli in deroga di sostegno per migliorare gli apprendimenti e garantire maggiore sicurezza”.

Serviranno ancora più insegnanti

Il tema della mancanza di docenti è destinato a diventare sempre più centrale considerato che la convivenza con il virus porterà alla necessità di avere più classi e quindi ancora più insegnanti: “I posti vacanti già ora sono tantissimi e aumenteranno – continua Pacifico – perché bisogna sdoppiare le classi, non solo per combattere il Covid, ma anche per alzare la qualità della didattica. Inoltre, è importante che tutti gli alunni disabili abbiano l’insegnante di sostegno per le previste. Infine, bisogna consentire subito a chi non è abilitato o specializzato di conseguire l’abilitazione. Basta precarietà, disparità di trattamento, sospensioni o riduzioni dello stipendio e licenziamenti. L’Anief ha vinto le sue battaglie in Europa ed ora è arrivato il momento che in Italia finalmente si metta fine all’abuso dei contratti a termine: la vittoria che abbiamo ottenuto con il Comitato europeo per i diritti sociali e in Consiglio d’Europa sono solo l’inizio”.

Statistiche impietose

Le statistiche spiegano meglio di qualunque altro ragionamento la situazione in cui versa la scuola italiana: “I numeri certificano un’emergenza, quella del precariato, su cui il governo deve intervenire al più presto”: la sintesi della stampa specializzata è la perfetta sintesi su come stanno le cose sul precariato scolastico italiano. L’ultimo anno, quello del Governo Draghi, è esemplare: “le assunzioni autorizzate sono 113.207, ma quelle realmente portate a buon fine sono 55.952 (con il 50,5% dei posti residui). La maggioranza delle assunzioni sono nella scuola secondaria di secondo grado (oltre 22mila), mentre 13mila sono in quella secondaria di primo grado. Tra posto comune (39mila) e sostengo (16mila) si arriva al risultato di 55.952”. Le cifre valgono più delle parole.