Proroga contratti covid docenti e Ata: ecco perchè le scuole non hanno fondi
Non ci sono ancora conferme che le Supplenze Covid docenti e ATA, come ‘promesso’ dalla legge di Bilancio, saranno prorogate fino alla fine dell’anno scolastico. Non solo al momento non ci sono garanzie per i fondi fino a giugno 2022, ma stanno sorgendo anche difficoltà nell’assicurare i contratti fino al 31 marzo, soglia minima che doveva essere garantita.
Budget calcolato male
Le difficoltà delle scuole non sono poche. I fondi per assicurare il rinnovo di tutti i contratti in essere sembrano insufficienti. Questo potrebbe dipendere dal fatto che il Governo ha stanziato per le scuole fondi sulla base degli importi investiti nella prima parte dell’anno scolastico Non tenendo però presente che molti contratti sono stati attivati ad anno scolastico abbondantemente avviato.
Qualche giorno fa il Ministero con una specifica FAQ ha rassicurato circa la possibilità di poter nominare supplente ATA da diverso profilo in caso di rinuncia alla proroga del titolare. Questo perché – spiega il Ministero – “Tale soluzione peraltro non determina un aggravio di spesa in quanto le risorse stanziate assicurano la relativa copertura finanziaria”.
Scadenza minima del 31 marzo
Alcuni contratti però difficilmente arriveranno alla scadenza minima del 31 marzo, e in questo senso diverse testimonianza stanno già arrivando. Secondo ANQUAP, come scrive Orizzonte Scuola
“A partire dal mese di settembre le scuole con numerosi posti vacanti hanno provveduto ad effettuare le convocazioni per la copertura degli stessi e le disponibilità sono pervenute principalmente per i contratti al 31 agosto e per i contratti al 30 giugno e solo in via residuale si è riusciti a coprire anche i posti covid con durata di contratto al 30 dicembre.
In considerazione di ciò parecchie scuole hanno instaurato rapporti di lavoro solo a decorrere dalla seconda metà di ottobre se non addirittura nei mesi di novembre e dicembre sostenendo pertanto una spesa parziale rispetto al fabbisogno o al budget assegnato.
Calcolo basato sulla spesa complessiva
Con il sistema di calcolo prospettato, basato sulla spesa complessiva sostenuta e non sul budget assegnato, numerose scuole non riusciranno a prorogare i contratti in essere alla scadenza prevista dall’art. 1 comma 326 della legge di bilancio fino al 31 marzo 2022 bensì dovranno far terminare i contratti in essere anticipandone la scadenza”.
L’ANQUAP spiega anche che “non essendo caricati i budget all’interno della piattaforma GEPOS le scuole che procedono ad una simulazione ricevono il risultato KO rendendo, di fatto, inutilizzabile un fondamentale strumento di controllo per la verifica della copertura dei contratti da cui possono derivare responsabilità erariali in caso di non corrette quantificazioni per la copertura dei contratti in oggetto.”
Poche certezze
ANQUAP chiede ai competenti uffici ministeriali di “valutare diversi metodi di analisi relativi al calcolo del budget da utilizzare mettendo nelle condizioni le istituzioni scolastiche di poter dare una pronta e immediata risposta ai lavoratori che hanno proseguito il rapporto di lavoro nonostante le poche chiarezze contrattuali.”
La situazione è dunque in divenire, e l’unica certezza al momento è che non ci sono certezze.