Ragazzo morto alternanza scuola lavoro: “Non ha perso la vita per un mero accidente”
Ci sarebbe un secondo indagato nell’ambito delle indagini per risalire alle cause e alle responsabilità della scomparsa di Lorenzo Parelli, il ragazzo morto per l’alternanza lavoro a Castions di Strada. Lorenzo ha perso la vita a soli 18 anni per un incidente mentre svolgeva l’ultimo giorno della sua esperienza di alternanza scuola-lavoro a Lauzacco.
Oggi l’autopsia
Il primo iscritto nel registro degli indagati, per il reato di omicidio colposo, era stato Pietro Schneider, rappresentante legale della Burimec dove Lorenzo stava svolgendo il tirocinio. Ora ci sarebbe un secondo iscritto, sempre appartenente all’azienda. Gli inquirenti fanno sapere che è un atto dovuto. La decisione è della Procura di Udine, che sta svolgendo le indagini. Oggi intanto verrà eseguita l’autopsia sul corpo del 18enne.
“Ammazzato dal sistema che doveva formarlo”
Secondo le prime ricostruzioni, Lorenzo Parelli è stato colpito da una putrella, una trave d’acciaio a forma di T del peso di 150 chili, precipitata dall’alto. L’impatto è stato fatale e lo ha ucciso sul colpo.
“Lorenzo, il ragazzo morto mentre “si formava” in un cantiere, non era in Alternanza Scuola Lavoro, ma svolgeva uno stage per un corso di Formazione Professionale Regionale. Ci tiene a sottolinearlo il presidente della rete ATI del Friuli Venezia Giulia, Gabriele De Simone, che spiega come il percorso dei Centri per la Formazione Professionale nasca con una declinazione “aziendale”. Così in una nota USB Scuola.
“Il punto non è se lo stage di Lorenzo fosse un PCTO o un tirocinio nella FP, il punto è come mandiamo i ragazzi nel mondo del lavoro, come è stata impoverita la formazione professionale, come riserviamo una formazione debole, povera e “pericolosa” agli studenti che provengono dai ceti più deboli.
Il punto è che Lorenzo non ha perso la vita per un mero accidente, ma è stato ammazzato dal sistema che doveva formarlo“, conclude la nota USB Scuola.
Aveva caschetto e guanti
Lorenzo Parelli “andava al lavoro contento, non si sentiva obbligato ad andarci solo per fare le ore previste”, dicono gli amici. Ricordando che “Dello stage ha sempre detto che si trovava bene con gli operai, gli piaceva”. Quel giorno indossava i comuni dispositivi di protezione individuale come caschetto e guanti, ma l’impatto è stato troppo forte e non gli ha lasciato scampo.