Scuola

Pensioni scuola: come accedere all’anticipo nel 2022

Con l’inizio dell’anno inizia la conta di coloro i quali avranno la possibilità di accedere alla pensione anticipata durante il 2022, in base alle nuove normative introdotte dal Governo. Va subito detto che in base a quanto stimato dal Ministero dell’Istruzione, quest’anno riusciranno ad accedere alla pensione meno dipendenti rispetto allo scorso anno. Dipende dal fatto che è venuta meno quota 100, istituto che consentiva di allargare le possibilità per il personale scolastico di abbandonare la professione in anticipo. E non basterà a compensare il tutto l’introduzione di Quota 102, introdotto dal governo Draghi fino alla fine dell’anno.

Pensione anticipate 2022 scuola

Sono fondamentalmente tre le possibilità di accesso anticipato alla pensione nel 2022 per docenti e ATA. Servirà raggiungere i requisiti richiesti per:

  • Opzione Donna
  • Quota 102
  • Ape Sociale

Il personale docente e non docente che matura i requisiti per Opzione Donna, Quota 102 entro la fine del 2022 deve presentare istanza di pensionamento entro il 1 settembre 2022.

Come presentare domanda

Per presentare domanda al fine di accedere alla pensione anticipata, le domande devono essere presentate unicamente per via telematica entro il 28 febbraio 2022. Le domande avranno poi effetto retroattivo dall’inizio dell’anno scolastico o accademico, cioè dal 1° settembre o dal 1° novembre 2022.

Allo stesso tempo, chi vuole accedere alla pensione deve presentare domanda all’Inps per l’accertamento dei requisiti. La procedura è richiesta sia per Opzione Donna che per Quota 102. Diverso il discorso per Ape Sociale, il cui termine scade il 1 marzo 2022 e la cessazione dal servizio il 31 agosto 2022.

Professioni gravose

Una delle novità introdotte quest’anno dal Governo riguarda i docenti della scuola primaria (elementari), che hanno la possibilità di accedere alla pensione anticipata con Ape Sociale, in virtù della decisione di far rientrare questa categoria in quella delle professioni gravose per la quale è prevista maggiore tutela previdenziale. Una decisine che ha provocato la reazione dei sindacati, che ritengono giusto che tutte le categorie di docenti e personale scolastico rientrino tra le professioni gravose, a prescindere dal grado di istruzione in cui prestano servizio.