Fase transitoria: fine del precariato cronico dei docenti e nuovo reclutamento
In attesa di avere l’ufficialità circa l’aggiornamento delle Gps nel 2022, come previsto inizialmente ma rimesso in discussione dal ministero per l’impossibilità di varare in tempi utili il nuovo regolamento, gli esponenti politici al Governo responsabili del settore istruzione annunciano i progetti per il 2022 a favore dei precari.
Via alla fase transitoria
Ne parla il senatore Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura a Palazzo Madama: “Concordato con il ministro dell’Istruzione il meccanismo che consentirà l’aggiornamento delle graduatorie per le supplenze (oltre 700 mila interessati), pur senza ancora disporre del nuovo regolamento e in attesa del tavolo per affrontare la delicata questione dei punteggi, la nostra attenzione (il dialogo è assolutamente trasversale) si concentra ora principalmente su due obiettivi: approvazione della norma su Percorsi formativi abilitanti all’insegnamento (PAS) e accesso diretto a corsi specializzazione sostegno con tre annualità di esperienza specifica; avvio della cosiddetta “fase transitoria” per il superamento del precariato cronico dei docenti e nuovo reclutamento, che chiediamo sia ispirato al nostro ddl 1920. Abbiamo infatti ulteriormente sviluppato tale progetto, che può fornire risposte efficaci per quanto riguarda l’impegno con Bruxelles nel contrasto alla precarietà e per una maggiore qualità del servizio”.
Cambierà il modo di abilitarsi
Dunque l’aggiornamento delle Gps è solo il primo passo per dare ai precari gli strumenti necessari per accedere all’insegnamento. Per il senatore Pittoni è necessario guardare già oltre e pensare a tutte quelle implementazioni che consentano di dare accesso diretto all’insegnamento ai docenti, anche a quelli di sostegno dei quali la scuola italiana ha particolarmente bisogno.
In questo senso i prossimi mesi saranno decisivi, anche alla luce delle volontà del ministro Bianchi di mettere mano a quella riforma del reclutamento che passa attraverso una modifica del modo di abilitarsi per accedere ai concorsi scuola che, se tutto dovesse venire confermato, dovrebbero dal 2022 avere cadenza annuale anche in virtù della formula ormai semplificata di cui beneficiano.