Proroga Organico Covid: tra un mese 70mila docenti e Ata a casa
La decisione del Presidente Draghi di non rinnovare lo stato di emergenza legato alla pandemia dal 1° aprile è sicuramente una buona notizia per il mondo della scuola, ma apre scenari da valutare attentamente per quel che riguarda la gestione delle classi e degli eventuali contagi.
Rinnovare l’organico Covid docenti e Ata
Il fatto che non ci sarà più didattica a distanza, anche nel caso di un caso di contagio in classe, rende se possibile ancora più necessaria la presenza di organico aggiuntivo tra il personale scolastico. Ruolo che ha svolto finora e che continua a svolgere l’organico Covid docenti e Ata. Il cui contratto però, al momento non è stato ancora rinnovato oltre la fine di marzo, fino alla fine dell’anno scolastico come era stato annunciato e in qualche modo promesso all’inizio dell’anno.
”Le scuole resteranno sempre aperte per tutti: saranno infatti eliminate le quarantene da contatto” è “molto importante” ora è “urgente confermare gli organici Covid”.
L’appello di Cisl Scuola
Lo sostiene all’Adnkronos la segretaria generale della Cisl Scuola Maddalena Gissi sottolineando che “da tempo aspettavamo questa notizia. Ripristinare la tranquillità nelle scuole e riportare gli alunni in classe senza interruzioni assume un grande valore in questo momento storico”.
“Le quarantene – ricorda – hanno prodotto molto disagio alle famiglie e al personale scolastico; ora bisogna sostenere tutti gli interventi sussidiari per non produrre problemi organizzativi alle istituzioni scolastiche. La pandemia ha messo in evidenza gli storici deficit strutturali. Gli organici Covid non sono stati utili solo per garantire il servizio durante l’emergenza pandemica. Il personale Ata e i docenti hanno gestito la complessità assicurando la riapertura delle scuole”.
In 70mila a casa tra un mese
“Ora – ribadisce – ci aspettiamo un riconoscimento dalla Presidenza del Consiglio attraverso il finanziamento degli ultimi mesi sino al termine delle attività didattiche, evitando interruzioni che arrecherebbero danno agli studenti e all’ordinaria offerta formativa. È un appello accorato – conclude – che non può essere disatteso; ci saranno sicuramente fondi ed economie già nelle casse del Ministero dell’Istruzione; si finanzino al più presto i fabbisogni richiesti dai Ds perché i tempi sono molto stretti e al 31 marzo più di 70.000 persone rischiano di non avere più il contratto di lavoro”.