Scuola

Pensione scuola 2022: lavoro usurante anche per secondaria e personale Ata

Il tema dell’uscita dal mondo del lavoro per i dipendenti del mondo della scuola resta centrale a livello politico e sindacale. Le ultime novità in tema riforma pensioni non hanno certo agevolato l’accesso a una serie di dipendenti che si sono visti costretti in molti casi a rimandare. E così i dipendenti del mondo della scuola si dividono tra coloro i quali dovranno rimandare il meritato riposo e coloro i quali, pur di anticipare, si vedranno decurtare notevolmente l’assegno mensile.

Oltre 34mila domande presentate

Quest’anno le domande di pensionamento nella scuola sono state oltre 34mila: si tratta di 24.531 istanze presentate dai docenti, alle quali si aggiungono 9.559 specifiche presentate dal personale Ata, per un totale di domande complessive pari a 34.090. Potevano e dovevano essere molte di più, osserva il sindacato Anief: la trasformazione di Quota 100 in Quota 102, peraltro solo per un anno, ha infatti costretto molti docenti, Ata e presidi a dovere rimandare l’appuntamento con la pensione.

A questi, vanno aggiunti poi i tanti che hanno preferito non fare domanda di pensionamento per non incappare nei tagli che scattano per aderire a questo genere di anticipo pensionistico. Solo una parte dei docenti, in servizio nella scuola l’infanzia e primaria, hanno infatti potuto aderire all’Ape Sociale, che considera usurante il lavoro svolto permettendo così di anticipare l’uscita dal lavoro da 63 anni, con almeno 38 di contributi, con tagli minimi all’assegno di quiescenza.

Il problema dei lavori usuranti

“La verità è che la scuola, dove l’età media è tra le più alte al mondo, deve necessariamente essere allargata a tutto il personale docente la facoltà di chiedere la pensione attraverso l’Ape Social – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -. Dal quest’anno, grazie alle nostre denunce, anche insegnare nella scuola primaria è stato considerato un lavoro usurante per la pensione. È chiaro che non può bastare: ora ci proveremo anche per la secondaria e per il personale Ata, anch’essi sottoposti ad un burnout senza eguali”.

“La Commissione che stabilisce quali sono i lavori più stressanti e faticosi non può annoverare tra questi l’estetista, mentre lascia fuori buona parte dei lavoratori della scuola, dove, numeri alla mano, l’incidenza tumorale a fine carriera risulta molto più alta rispetto ad altri comparti pubblici e privati. Inoltre, va assolutamente prevista la possibilità del riscatto gratuito della laurea. La soluzione non può essere quella ‘Opzione per tutti’, che come Opzione Donna sottrae dall’assegno pensionistico fino al 35-40% che corrispondono a 500-600 euro al mese in meno”.