Scuola

Proroga organico Covid: cosa succede ai contratti dopo il 30 giugno?

Proprio quando iniziava a serpeggiare un certo pessimismo circa il rinnovo dell’organico Covid Ata e docenti, con la data del 31 di marzo che si avvicinava inesorabilmente, è arrivata una proroga che costituisce una boccata d’ossigeno per i lavoratori coinvolti e per le scuole che hanno bisogno della loro presenza. Una decisione accolta favorevolmente dai sindacati che si erano battuti nei mesi scorsi per questo traguardo.

Una proroga indispensabile

“La decisione assunta dal Governo ieri di proroga dei contratti Covid è sicuramente opportuna e necessaria. Confermare i contratti dei 55.000 dipendenti della scuola, docenti e ATA, è un’azione che consentirà alle scuole di funzionare meglio in una fase in cui l’emergenza epidemiologica non è ancora superata”. Lo scrive la Uil Scuola in un comunicato.

“Il provvedimento giunge a conclusione di un lungo pressing condotto dalle organizzazioni sindacali nei confronti del Governo. Tra i temi centrali degli scioperi del 10 e 16 dicembre – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – c’era anche la richiesta di proroga fino alla fine dell’anno scolastico dei posti per questi lavoratori chiamati in emergenza, durante i mesi più acuti della pandemia“.

Cosa succede dopo il 30 giugno?

“Il tema lavoro, soprattutto in una fase di crisi prolungata è questione che ha la nostra massima attenzione” – aggiunge Turi.

L’organico Covid però dovrebbe essere trasformato in organico di diritto, perchè va a tamponare delle falle che anche senza la pandemia sarebbero evidenti.

Non va però taciuto infatti che si tratta di un intervento tampone: la situazione è decisamente più complessa e riguarda l’insufficienza dell’organico del personale delle scuole. Un problema vecchio che – sotto la spinta di un contesto sanitario profondamente mutato – dovrebbe ora trovare una risposta seria e strutturata nel tempo.

Dotazione stabile

I 55 mila posti devono ora entrare nella dotazione stabile degli organici delle scuole a partire dal prossimo anno scolastico 2022/23 dando continuità a quanto effettuato in questi ultimi due anni scolastici.

Sarebbe impensabile, e ci auguriamo che nessuno lo immagini, tornare ai numeri pre – pandemia, con organici ridotti all’osso, più vicini ai livelli dei tagli draconiani degli anni ‘2000 che a quelli confermati di oggi (limitati e a tempo).

La scuola ha bisogno di dotazioni di personale congrue che portino al definitivo superamento delle classi sovraffollate e adottino le giuste misure sanitarie per svolgere l’attività didattica in piena sicurezza.