Riforma del reclutamento docenti: in arrivo 70mila assunzioni
Nei prossimi mesi potrebbe finalmente prendere forma la tanto attesa riforma del reclutamento docenti, che avrà il compito di prendere il posto dell’attuale sistema che ha mostrato tutti i suoi limiti e che si è dimostrato insufficiente, sia a livello qualitativo che quantitativo ad assicurare al mondo della scuola il fabbisogno di personale indispensabile.
Acquisizione dei 60 crediti formativi universitari
Il nuovo sistema di reclutamento dovrà rivoluzionare il sistema di formazione iniziale e lungo l’intera carriera.
Non è un mistero che il ministro Bianchi punti su un percorso di formazione che consenta ai docenti di arrivare già abilitati ai concorsi, mediante l’acquisizione dei 60 crediti formativi universitari. Ma sono ancora diversi i dettagli da sistemare. In ogni caso questo sistema di reclutamento non potrà prescindere dal mantenimento della promessa dei concorsi con cadenza annuale, probabilmente senza quel sistema di quiz che non piace a molte forze politiche e sindacali.
70.000 docenti entro il 2024
Una volta approvata la riforma è previsto il reclutamento, attraverso il nuovo sistema, di 70.000 docenti entro il 2024. Il progetto è affidato alla sottosegretaria all’Istruzione, Barbara Floridia: “Importante la formazione in servizio degli stessi insegnanti, un sostegno concreto a ragazzi e famiglie anche attraverso una piattaforma unica dove trovare informazioni e materiali utili a orientare al meglio alle successive scelte formative”.
E ancora: “Si tratta di un lavoro che in larghissima parte già si fa nelle scuole – aggiunge Floridia -. Ora diventa un programma organico e sistematico, finanziato con le giuste risorse”.
Formazione pedagogica e didattica
La riforma dovrà consentire anche un continuo sviluppo professionale e di carriera del personale scolastico mediante l’istituzione di una Scuola di Alta formazione e formazione continua per dirigenti scolastici, insegnanti e personale ATA. Un progetto che non potrà prescindere dal supporto di Indire, Invalsi e Università italiane e straniere. Lo scopo è assicurare un sistema di formazione continua di qualità, in linea con gli standard europei. L’obiettivo ultimo sarà assicurare una formazione pedagogica e didattica che, coniugata con una conoscenza approfondita della materia, consenta di affrontare efficacemente la sfida della trasmissione di competenze metodologiche, digitali e culturali nell’ambito di una didattica di alta qualità.
Una domanda sulla sorte di chi ha conseguito laurea +24 CFU, ma che non ha i 36 mesi di servizio. Chi si trovi in questa posizione per partecipare ai prossimi concorsi ordinari (se mai saranno davvero annuali) dovrà prima passare dai 60 CFU?