Riforma reclutamento docenti: 60 Cfu obbligatori per l’abilitazione all’insegnamento
In vista della riforma del reclutamento docenti, che modificherà sostanzialmente il modo di accedere alla professione di insegnante, il ministro dell’istruzione Bianchi riceve e varie proposte da parte delle forze politiche. La riforma del reclutamento docenti dovrebbe arrivare prima dell’estate, in modo da consentire di pianificare le prossime immissioni in ruolo. In quest’ottica, il vicepresidente della Commissione Cultura al Senato, Mario Pittoni, ha presentato al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, il progetto della Lega.
Il ruolo dei 60 Cfu
Il ministro Bianchi ha già sottolineato più volte quali sono le criticità dell’attuale sistema, e l’elemento principale dovrebbe essere l’abilitazione da ottenere prima di accedere ai concorsi, mediante i 60 Cfu universitari.
“Abbiamo l’impegno di fornire a Bruxelles una risposta adeguata per la selezione del corpo docente. Lo dobbiamo agli studenti, che hanno il diritto di poter contare su insegnanti di qualità e titolari. Lo dobbiamo a centinaia di migliaia di docenti precari. Lo dobbiamo ai cosiddetti insegnanti “ingabbiati” ” sottolinea il senatore Pittoni”.
“Serve anzitutto un percorso formativo abilitante dedicato a chi è in possesso di adeguata esperienza; percorso che anticipa quello professionalizzante di 60 CFU destinato a diventare strumento comune per conseguire l’abilitazione all’insegnamento e partecipare agli ordinari concorsi a cattedra.
Formazione in servizio del personale docente
Come serve un corso di specializzazione per l’insegnamento di sostegno nelle scuole di ogni ordine e grado dedicato a chi è in servizio da almeno tre annualità legittimamente su posti di sostegno della scuola primaria, secondaria e dell’infanzia, senza titolo specifico.
La nostra proposta punta a valorizzare la formazione in servizio del personale docente, attualmente mortificata o comunque non riconosciuta per la sua effettiva importanza, riformando un sistema che oggi privilegia la conoscenza (semplificando: la memoria) sulla competenza (l’esperienza).
La fase transitoria prevede un piano riservato ai docenti precari di lungo corso – categoria per categoria – normandone il percorso formativo per l’abilitazione e l’eventuale specializzazione sul sostegno, con accesso finale al ruolo.
Concorsi annuali semplificati
Il concorso ordinario – con procedura semplificata per garantire cadenza regolare e ravvicinata nel tempo – presta particolare attenzione a conoscenze disciplinari e capacità comunicativa e relazionale. Nessuna prova preselettiva e nessun test a risposta chiusa (cioè niente selezione a “crocette”): del docente vanno valutate attitudine, capacità e maturità.
La condizione necessaria per l’ammissione è il possesso del titolo di studio congiunto all’abilitazione all’insegnamento che si consegue in un percorso formativo accademico strutturato e flessibile di 60 CFU. Il concorso prevede l’espletamento di una prova scritta a carattere disciplinare e di una prova orale consistente nella simulazione di un’unità didattica.
In parallelo al sistema concorsuale ordinario, viene istituita una procedura d’assunzione in ruolo utilizzando le graduatorie dei supplenti. La formazione comincia con la stipula del primo contratto a tempo determinato e si conclude con i 36 mesi di servizio. Per i supplenti così nominati (che non saranno mai più precari “cronici”) la conclusione dell’attività formativa di servizio comporterà il diritto all’acquisizione dell’abilitazione all’insegnamento previa frequenza e superamento di un corso accademico, e il diritto di partecipare a una procedura concorsuale abbreviata consistente nell’espletamento di una prova orale (simulazione di una lezione) e nella valutazione dei titoli”.