Cattedre di sostegno in deroga: oltre 50 mila posti vacanti
Gli organici scuola per il prossimo anno restano sostanzialmente invariati rispetto a quelli attuali, ma questo non costituisce una notizia sufficientemente positiva per guardare con ottimismo al futuro della scuola. Perchè questo significa rimandare la soluzione di problemi storici, come quello delle classi pollaio e l’adeguamento del tempo scuola nella primaria. Marcello Pacifico, presidente Anief, sostiene che “siamo ancora una volta al di sotto delle esigenze, ci sono poi diversi problemi irrisolti, come l’organico di sostegno”.
Rivedere la distribuzione regionale
Anche la distribuzione di personale nelle varie regioni, risulta essere sconnesso dalla logica delle necessità territoriali, con la necessità di coprire con personale di ruolo tutti i posti attualmente disponibili e vacanti ancora prioritaria. Una prima soluzione sarebbe rappresentata dalla stabilizzazione di tutti i precari con concorsi riservati per titoli e con un esame finale a conclusione dell’anno di formazione e prova.
Secondo il leader dell’Anief risulta “fondamentale poi un intervento sul dimensionamento scolastico: noi non possiamo più tollerare – ha detto Pacifico – il sovraffollamento delle classi. Abbiamo bisogno di classi con un rapporto alunni-insegnati inferiore a quello che abbiamo ora, bisogna di inserire l’organico Covid a tempo indeterminato, in organico di diritto per il fabbisogno delle scuole”.
Il problema delle cattedre di sostegno in deroga
Ci sono poi ancora tante cattedre di sostegno cosiddette in deroga: ogni anno si parte con oltre 50 mila posti vacanti però collocate fino al 30 giugno che si aggiungono alle 100 mila in organico di diritto. Ma in realtà sono molte di più.
Pacifico spiega la situazione: “Stiamo parlando di un paradosso, peraltro, imposto per legge, la n. 128 del 2013 che destina alle deroghe un terzo del fabbisogno complessivo del sostegno. E siccome gli alunni disabili sono in continuo aumento, anche questi numeri sono destinati ad aumentare. L’Anief ha calcolato che l’anno prossimo si potrebbero arrivare a quasi 100 mila supplenze su sostegno fino al 30 giugno, portando quindi a quasi il 50% il numero di insegnanti precari che seguono gli alunni con disabilità. Una circostanza che deriva proprio dai ricorsi vincenti delle famiglie, che ottengono l’assegnazione di ore settimanali così come aveva disposto l’équipe psico-pedagogica a seguito dell’esame approfondito dell’alunno. Una tesi confermata pure dalla Cassazione nel 2019, con la sentenza n. 25101, secondo la quale non è possibile imporre modifiche una volta che il piano individualizzato dell’alunno disabile è stato stabilito”.
Mi chiedo, è giusto che persone, senza nemmeno un anno di servizio, passino di ruolo prima di persone che hanno passato le prove concorsuali solo perché hanno scelto la provincia giusta? Non tutte le battaglie vanno combattute.