Scuola

Stipendio docenti: i tre punti cardine per l’aumento nel 2022

Inizia a diventare preoccupante il silenzio attorno alla convocazione del tavolo per la trattativa del contratto del pubblico impiego scaduto da oltre tre anni. A essere più penalizzati i docenti e il personale scolastico in generale, alle prese con stipendi che diventano sempre più inadeguati rispetto al costo della vita, come del resto lo sono da diversi anni.

Aumento dei prezzi al consumo

A sponsorizzare il rinnovo partendo dal presupposto della necessità di un aumento di stipendio indispensabile, Marcello Pacifico, che alla guida di Anief ribadisce i punti cardine della trattativa: “La prima è quella di allineare gli stipendi all’inflazione, perché nell’ultimo periodo i prezzi al consumo sono cresciuti, così come di 20 punti negli ultimi 14 anni il costo della vita”.

Urgono risorse aggiuntive

“Con le attuali risorse” messe sul piatto dal Governo, ha detto Pacifico ad Italia Stampa, “si arriverebbe aumentare gli stipendi di 7,5 punti percentuali. Questo vuol dire che no verrebbe recuperata neanche quella indennità di vacanza contrattuale che per legge viene assegnata durante il blocco stipendiale” e che dal mese di aprile porterà un aumento che va dai 3 ai 10 euro. Quindi – ha concluso Pacifico – a questo punto noi chiediamo che venga onorato l’impegno preso a maggio” a Palazzo Chigi dallo stesso ministro dell’Istruzione, “con risorse aggiuntive” da dare alla scuola e al suo personale, “perché non si può lavorare e diventare sempre più poveri”.

Tra le penalizzazioni subite dagli stipendi negli ultimi tempi, oltre che gli effetti dell’inflazione, bisogna considerare anche l’applicazione della riforma fiscale, introdotta con la legge di bilancio 2022 e dell’assegno unico e universale per i figli.

Riscatto della laurea gratuito

I primi effetti negativi si sono visti con la busta paga di marzo, che ha portato al conferimento di compensi netti più bassi. Il 4,02% di aumento già previsto per il triennio 2018/2021 non è sufficiente. Una questione da risolvere è quella del recupero del 2013 sottratto con il consenso degli altri sindacati in cambio di immissioni in ruolo che andavano comunque attuate. Senza dimenticare l’introduzione del riscatto della laurea gratuito e il risarcimento di 25mila euro di arretrati anziché i quasi 3mila che in media dovrebbero arrivare con il rinnovo di contratto.