Riforma reclutamento: ecco i 3 modi in cui si potrà accedere al ruolo
Come anticipato negli scorsi mesi, la riforma del reclutamento che il Ministro Bianchi intende attuare passa attraverso alcune modifiche sostanziali, una di queste è rappresentata dall’addio ai 24 Cfu. Il modello di requisiti per accedere ai concorsi docenti nella mente di Bianchi è differente da quello attuale, ritenuto dal ministro non idoneo e non il migliore possibile. Per questo i 24 CFU uniti alla laurea, che hanno caratterizzato la modalità tipica per accedere al reclutamento, andranno in soffitta, con buona pace di tutti coloro i quali hanno investito tempo e denaro per il loro ottenimento.
L’antipatia di Bianchi per i 24 Cfu
Va detto che sin dall’inizio i 24 CFU/CFA in discipline antropo-psico-pedagogiche e in metodologie e tecnologie didattiche hanno avuto un forte connotato temporaneo, soluzione ponte in vista di una riforma del reclutamento. Che poi non è arrivata, facendo diventare i 24 Cfu colonna portante dei requisiti per accedere all’insegnamento mediante concorso ordinario, se uniti alla laurea magistrale.
Bianchi si dal suo insediamento non ha mai nascosto una certa ‘antipatia’ nei confronti di questi crediti, riferendosi ai 24 CFU come a un qualcosa che “non rappresenta il modello più corretto per diventare insegnante. Noi abbiamo oggi nel nostro ordinamento due lauree abilitanti per l’infanzia e per la primaria mentre chi fa una scelta disciplinare deve recuperare successivamente le competenze pedagogico didattiche; e invece dobbiamo creare dei percorsi che abbiano sin dall’inizio queste competenze per chi vuole fare l’insegnante.”
Le tre possibilità per diventare insegnanti
Come cambierà allora il modo di diventare insegnanti, e come ci si dovrà preparare? Al momento si ipotizzano tre possibilità:
- Conseguire almeno 30 cfu (di cui 15 di tirocinio) all’università e partecipare ai concorsi scuola, per poi ottenere i restanti 30 cfu e l’abilitazione con un anno a tempo determinato e part-time
- Ottenere 60 cfu e abilitazione già durante gli studi, superare il concorso e poi svolgere l’anno di prova. In caso di valutazione positiva, si otterrà la conferma in ruolo
- Potranno poi accedere al concorso i precari “storici”, con almeno 36 mesi di servizio. In caso di esito positivo delle prove, si sottoporranno all’anno di prova.
Al momento la laurea magistrale prevede 120 cfu, dunque è probabile che i 60 cfu richiesti diventino.
Gli incentivi alla formazione
L’ultima novità è rappresentata dalla necessità, per gli insegnanti in ruolo, di sottoporti alla formazione continua che darà diritto a una progressione stipendiale accelerata per i docenti che frequentano con profitto corsi selezionati.