Riforma reclutamento: abilitazione e stabilizzazione docenti precari in alto mare
Continua a far discutere la prima proposta di riforma del reclutamento docenti presentata dal ministero presieduto dal Ministro Bianchi. Forze politiche e sindacati hanno subito segnalato quelle he sono a loro avviso le maggior criticità riscontrate, che si concretizzano in special modo nell’aver complicato, se possibile, ulteriormente il percorso per gli aspiranti docenti che aspirano a una cattedra e l’assenza di percorsi pensati per risolvere la questione dei tanti precari che reggono di fatto la scuola italiana da anni.
Abilitazione e stabilizzazione
Tra le voci più critiche in questo senso quella di Mario Pittoni, responsabile Dipartimento Istruzione della Lega e Vicepresidente Commissione Cultura Senato: “La bozza del decreto sul reclutamento dei docenti presentata dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi è deficitaria su due punti fondamentali: abilitazione e stabilizzazione”.
Non usa mezzi termini Mario Pittoni, responsabile Dipartimento Istruzione della Lega e Vicepresidente Commissione Cultura Senato. Per rafforzare la sua tesi, riporta, per quanto riguarda l’abilitazione, uno stralcio della relazione sulle criticità della proposta, appena consegnata al ministro.
Le categorie penalizzate
“Viene riproposto in toto il vecchio problema del dlegvo 59: come si abilitano i docenti che insegnano nelle scuole paritarie? Come si abilitano le migliaia di docenti che necessariamente coprono le supplenze per l’assenza dei titolari, anche per molti mesi, come nel caso delle gravidanze difficili o dei mandati politici e parlamentari o dei distacchi all’estero o delle assegnazioni provvisorie in altro comune o del distacco presso organi del Ministero o di altre Amministrazioni dello Stato? Come si abilitano coloro che da anni prestano servizio nelle scuole statali con contratti a tempo determinato? Come si abilitano i cosiddetti “ingabbiati”, docenti di ruolo che hanno titolo di studio valido per aspirare ad altro insegnamento utilizzando lo strumento contrattuale del passaggio di cattedra o di ruolo?“, fa notare Pittoni.
La sensazione è dunque che il percorso che porterà al testo finale della riforma del reclutamento docenti sarà ancora lungo, compatibilmente con la necessità di vararlo in tempo per l’avvio del prossimo anno scolastico.