Sono molte le novità introdotte dalla riforma del reclutamento docenti. In attesa della pubblicazione in Gazzetta ufficiale, dopo che il Consiglio dei Ministri ha approvato definitivamente il decreto legge legato al Pnrr, tra le polemiche dei sindacati e di molte forze politiche, si comincia a confrontarsi con alcuni aspetti della riforma che nelle intenzioni del Governo Bianchi dovrebbe consentire l’immissione in ruolo di 70mila docenti nel prossimo biennio.

Abilitazione tappa fondamentale per accedere ai ruoli

Cardine della riforma il fatto che sia prevista l’abilitazione come tappa fondamentale per accedere ai ruoli. Ma sarà possibile anche ottenere l’abilitazione in altra classe di concorso o grado di istruzione.

Secondo il decreto approvato dal Governo, formula pensata per provvedimenti urgenti, e non era questo il caso (cosa che ha scatenato le ire dei sindacati oltre al merito della riforma stessa) l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie di primo e secondo grado sarà possibile ottenerla solo dopo aver svolto un percorso universitario e accademico di formazione iniziale di almeno 60 crediti formativi universitari o accademici. Passo ulteriore sarà quello di riuscire a superare la prova finale del percorso stesso.

Il destino di chi è già abilitato

Uno degli aspetti sui quali il ministro Bianchi ha tenuto a soffermarsi, è che l’ottenere l’abilitazione non costituisce titolo di idoneità né dà alcun diritto per quel che concerne il reclutamento in ruolo al di fuori delle procedure concorsuali per l’accesso ai ruoli a tempo indeterminato.

La riforma ha anche riservato una particolare attenzione a chi è già abilitato e vorrebbe ottenere un’altra abilitazione per altra classe di concorso o altro grado di istruzione: “Coloro che sono già in possesso di abilitazione su una classe di concorso o su altro grado di istruzione e coloro che sono in possesso della specializzazione sul sostegno possono conseguire l’abilitazione in altre classi di concorsi o gradi di istruzione attraverso l’acquisizione di 30 CFU/CFA del percorso universitario e accademico di formazione iniziale di cui 20 CFU/CFA nell’ambito delle metodologie e tecnologie didattiche applicate alle discipline di riferimento e gli altri 10 CFU/CFA di tirocinio diretto“.