Docenti precari: con la riforma il prossimo anno rischiano di stare a casa
Continuano a piovere critiche sulla riforma del reclutamento insegnanti. Una riforma che ha spiazzato tutti, sindacati e forze politiche. Se al termine riforma si associa un connotato generalmente positivo, in questo caso viene da pensare tutto il contrario. Non che fosse meglio restare con lo status quo, ma quasi. Perchè per molti la sensazione è quella di un’occasione persa per un settore, la scuola italiana, che non può certo permettersi passi falsi o perdite di tempo.
Norma che si fa fatica a credere provenga dal Ministero
Tra i più critici c’è il senatore Pittoni: “Difficile credere che la norma sul reclutamento dei docenti sia stata elaborata al ministero dell’Istruzione. Troppo pasticciata e, soprattutto, scollegata dalla realtà”.
Il responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura a Palazzo Madama, lo ha ribadito a OrizzonteScuola TV.
Situazione gravissima
“Impossibile – ha spiegato Pittoni – che al ministero non siano al corrente della gravità della situazione per quanto riguarda il precariato storico, che il prossimo anno scolastico rischia di restare a casa dopo aver a lungo tenuto in piedi il sistema facendo risparmiare lo Stato e accumulando un bagaglio di esperienza che sarebbe assurdo disperdere. Vanno riattivati e resi strutturali i percorsi formativi abilitanti all’insegnamento (Pas) collaudati con successo nel 2013, e chi ha tre annualità di esperienza sul sostegno deve poter accedere direttamente ai corsi di specializzazione. I relativi articolati si possono inserire nel decreto, mostrando finalmente attenzione per categorie negli ultimi anni bistrattate oltremisura. E via i test a crocette. Meccanismo che sembra quasi studiato apposta per eliminare i precari, non il precariato. Peraltro, come s’è visto, senza essere minimamente in grado – ha concluso Pittoni – di selezionare la qualità del corpo docente”.