Decreto reclutamento: serviranno 7 anni di percorso per fare il docente
La riforma del reclutamento docenti era attesa come uno strumento indispensabile per migliorare il sistema scolastico e farlo uscire da anni bui di precariato e supplentite. Le prime sensazioni di sindacati e forze politiche, oltre che degli stessi docenti, non sono buone. Dopo la pubblicazione del Decreto in Gazzetta Ufficiale, i dubbi non sono diminuiti, anzi.
Un provvedimento inaccettabile
Il ministro Patrizio Bianchi tira dritto per la propria strada, convinto che la riforma del reclutamento porterà in cattedra un numero considerevole di insegnanti nel prossimo biennio. Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, critica in particolare l’articolo 46 dedicato al nuovo reclutamento, definendolo “un provvedimento inaccettabile nel metodo e nel merito, che umilia gli insegnanti, il ministero dell’Istruzione e il Parlamento che viene esautorato delle sue funzioni istituzionali”.
Secondo il rappresentante Gilda “non c’è stata alcuna discussione, alcun confronto né con i sindacati né in sede parlamentare, le norme relative alla scuola sono finite nel minestrone del Pnrr e arriveranno blindate alla Camera e al Senato, senza possibilità di cambiare una virgola”.
Laurea magistrale di 5 anni
“Questo metodo – incalza Di Meglio – deve indurre tutti i cittadini, e anche il Presidente della Repubblica, a una riflessione, perché non è concepibile che si calpestino così le procedure democratiche che regolano la vita politica nel nostro Paese”.
“Fa sorridere la parola ‘semplificazione’, visto che sarebbe stato difficile immaginare un percorso a ostacoli più complicato: oltre alla laurea magistrale della durata di 5 anni, per ottenere l’abilitazione il legislatore prevede l’acquisizione di 60 Cfu, che impegnano un altro anno, a cui si aggiunge l’anno di prova rafforzato. Per un totale, se tutto fila liscio, di 7 anni”.
Meccanismo per i precari di tre anni di servizio
“Sarebbe stato di gran lunga preferibile – sottolinea Di Meglio – sposare la proposta avanzata dalla Gilda di istituire un percorso simile a quello in vigore per Scienze della Formazione Primaria, dedicando l’ultimo anno del corso di studi alla formazione didattico-metodologica. Anche il meccanismo riservato ai precari con 3 anni di servizio è macchinoso e punitivo”.
“Sulla formazione l’unica cosa certa è la spesa per retribuire lautamente il presidente e i dirigenti del nuovo ente pubblico denominato Scuola di Alta formazione dell’istruzione e sistema di formazione continua incentivata, mentre ancora una volta si tenta di scaricare sugli insegnanti ulteriori aggravi di lavoro senza che sia corrisposta alcuna retribuzione”.
Sindacati, dirigenti mafiosi, DSGA inutili, chiaviche di Ata Disonesti, Incapaci e Ignoranti sono la rovina dell’italia e dei miglioramenti contrattuali o aumenti stipendiali. Occorre osservare i loro comportamenti e modus operandi, per capire che per cambiare e migliorare occorrerebbe fargli fare la fine che faceva fare un vecchio statista. Gli errori vanno bruciati per cancellarli!