Rinnovo contratto docenti: c’è chi prenderà solo 50€ lordi di aumento in busta paga, ma il ministro Bianchi ammette che gli insegnanti sono sottopagati
Inutile girarci attorno, il punto cruciale del rinnovo del contratto scuola è l’aumento degli stipendi del personale scolastico. La trattativa è avviata e porterà ad aumenti stipendiali in busta paga e al saldo degli arretrati, considerato che il contratto appena firmato si riferirà a un triennio già scaduto. Il che dovrebbe voler dire che dal giorno dopo si dovrebbe iniziare a discutere nuovamente, ma sarebbe utopistico.
Rinnovo già scaduto
Per questo i sindacati parlano di questo rinnovo come di un contratto ponte, perchè quello che dovrebbe regolamentare il triennio 2022-2024 dovrebbe portare ulteriori novità, soprattutto dal punto di vista economico. Ma è inevitabile che ci sia molta prudenza, perchè se ci è voluto un triennio per rinnovare un contratto ormai scaduto, diventa difficile ipotizzare che se ne possano approvare due a breve distanza uno dall’altro.
Il rinnovo contrattuale in discussione beneficia di due miliardi di euro ai lavoratori, che significano circa 100 euro lordi medi a dipendente a cui vanno aggiunti dai 2mila ai 3mila euro lordi di arretrati.
“I soldi – dice Ivana Barbacci (Cisl Scuola) – sono quelli che conosciamo, portano a un aumento lordo di 104 euro medio: c’è chi ne prenderà 50 chi 130″.
Mossa legata al timore dello sciopero
“Ci sembra una mossa propedeutica al fatto che abbiamo dichiarato sciopero – rincara Elvira Serafini (Snals) – andremo e ascolteremo ma saremo molto attenti, anche un bambino avrebbe capito, è una mossa, quella del governo, troppo legata allo sciopero”.
Per Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda “rimangono confermate tutte le ragioni che hanno portato alla proclamazione dello sciopero del 30 maggio”.
Insegnanti sottopagati
“Quei soldi sono vecchi, stanziati da ben tre leggi di bilancio, riguardano un contratto scaduto da tre anni e cinque mesi; un docente senza anzianità avrà circa 60 euro lordi (50 netti). Inoltre l’atto di indirizzo arriva fuori tempo massimo. Quel che ora si richiede è che si sgombri il campo da questo intervento a gamba tesa del Governo, stralciando dal DL 36/2022 le materie sull’istruzione, che sono e devono rimanere di prerogativa contrattuale”, concludono.
Il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ammette le criticità: “Lo so, – ha detto – noi paghiamo troppo poco sia i nostri insegnanti che i nostri presidi. Stiamo facendo delle battaglie titaniche con la ragioneria per farlo capire. C’è un problema di fondo, dobbiamo riportare anche la professione di insegnante a essere percepita. La nostra collettività non sa cosa fa oggi un insegnante, una maestra. Dobbiamo sforzarci di far capire di più quello che stiamo facendo”.