Fase transitoria reclutamento docenti: percorsi formativi abilitanti senza numero chiuso e accesso diretto a corsi di specializzazione sul sostegno con tre annualità di esperienza specifica
La nuova riforma di reclutamento docenti, secondo sindacati e forze politiche, necessita di numerosi aggiustamenti che la formula del decreto legge e la poca discussione preliminare ha impedito di mettere a punto. Ci stanno provando adesso i principali attori del mondo della politica e della scuola, per correggere quanto consentirebbe di migliorare il futuro del reclutamento nella scuola italiana.
I percorsi abilitanti
“Nella fase transitoria del nuovo meccanismo di reclutamento dei docenti, va invertito l’ordine dei fattori indicato dal decreto legge 36. Prioritario non sia il concorso, ma la disponibilità di percorsi formativi abilitanti all’insegnamento senza numero chiuso e senza dover prima superare l’ennesima selezione, e l’accesso diretto ai corsi di specializzazione sul sostegno con tre annualità di esperienza specifica (attualmente oltre un docente di sostegno su tre non è specializzato)”.
E’ il punto di vista del senatore Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura a Palazzo Madama, contenuto nella prima parte della nota sul dl 36 trasmessa al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che anticipa le principali proposte emendative leghiste.
Le categorie interessate
Secondo Pittoni, ci sono diverse categorie interessate ai percorsi abilitanti: “1) Docenti precari che insegnano nella scuola statale (seconda fascia Gps), nelle paritarie (per carenza di docenti forniti di abilitazione) e nei centri IeFP, con anzianità di servizio pari o superiore a tre anni; 2) Docenti di ruolo, cosiddetti “ingabbiati”, cui è attualmente sottratta la possibilità di conseguire l’abilitazione all’insegnamento per una classe di concorso diversa e/o per un diverso grado di istruzione pur possedendo il titolo di studio idoneo (il conseguimento dell’abilitazione è condizione imprescindibile per partecipare alla mobilità professionale prevista dal CCNL di categoria); 3) Dottori e dottorandi di ricerca, cui va riconosciuto il valore esperienziale del percorso di dottorato, ribadendo parallelamente l’importanza di frequentare e superare uno specifico percorso formativo dedicato all’insegnamento nella scuola secondaria“, conclude il senatore della Lega.