Carta del docente precari: possibilità per ognuno di loro di ottenere il rimborso per quanto non ottenuto negli ultimi cinque anni, ma c’è il rischio che venga abolita
Se da un lato c’è l’allargamento anche ai docenti precari, dall’altro le novità che saranno introdotte dalla riforma del reclutamento rischiano di ridimensionare seriamente uno dei bonus più importanti per gli insegnanti: la carta del docente potrebbe vedere i fondi dimezzati nel prossimo futuro, perchè il budget ad essa destinato è stato individuato come utile per finanziare gli incentivi della formazione professionale dei prossimi anni.
Le reazioni della politica
Ma la politica non resta a guardare e sta già facendo sentire la propria voce per evitare che questo accasa.
Se poi dovesse esserci un massiccio avvio dei ricorsi da parte dei precari che hanno ottenuto il riconoscimento anche degli arretrati, i fondi potrebbero ulteriormente assottigliarsi.
Matteo Renzi, leader di Italia Viva, difende quella che di fatto è una sua creatura: “La carta del docente è stata una nostra, lungimirante, intuizione nel 2015. Toglierla o decurtarla oggi è un errore e un autogol. Ho firmato un emendamento per chiedere al Ministro di riconoscere l’errore e tornare indietro. Viva la carta del docente“.
Roberto Rampi, capogruppo del PD in commissione Istruzione e Cultura al Senato, a OS TV ha dichiarato: “Noi abbiamo pensato alla card degli insegnanti che aveva una logica. Era uno strumento per i docenti per darsi dei momenti di crescita. Quella carta va preservata e anzi potenziata“.
Il Movimento Cinque Stelle: “Riteniamo opportuno eliminare i tagli all’organico del personale docente e alla Carta Docente, che non deve essere né abolita né ridimensionata”.
Anche gli arretrati
Come detto c’è adesso da affrontare la questione dell’estensione della carta ai precari e la possibilità per ognuno di loro di ottenere il rimborso per quanto non ottenuto negli ultimi cinque anni. L’ha sancito la VI sezione della Corte di Giustizia Europea, con ordinanza del 18 maggio 2022.
Marcello Pacifico, presidente dell’associazione sindacale Anief sostiene che “si tratta di una sentenza storica non solo in quanto completa il delicato percorso di parificazione del personale precario al personale di ruolo, ma anche perché ribadisce l’equipollenza e pari dignità del servizio espletato dai docenti a tempo determinato, consentendo a tutti i docenti precari o ex precari di recuperare dal Ministero dell’Istruzione le somme non versate”.