Salario minimo direttiva Ue: la scuola non può prescindere dal rinnovo del contratto, considerato che non verrà approvato prima di due anni
Potrebbe costituire uno spartiacque per il lavoro dipendente l’introduzione del salario minimo legale. Una decisione presa dall’Unione europea in virtù della situazione internazionale messa in crisi a livello economico prima dalla pandemia e poi dalla guerra in Ucraina. L’Ue ha sancito che tutti gli Stati membri dovranno recepire una direttiva in difesa dei compensi dei lavoratori e del loro potere di acquisto.
Cosa comporta il salario minimo
In base a questa decisione, il salario minimo non potrà essere più basso del 50% della retribuzione media (10,59 euro) o della retribuzione mediana (7,65 euro).
Ci sono diversi Paesi europei i cui standard sono già superiori a questi minimi. Non è il caso dell’Italia, unico Paese in Europa in cui gli stipendi sono arretrati rispetto all’inflazione: – 2,9% di crescita.
Con il salario minimo si andrebbero a salvaguardare gli stipendi e la situazione economica di coloro i quali non avendo beneficiato di adeguamenti sono a un passo dalla soglia di povertà, o ci sono già dentro.
Attesa di oltre due anni
Nel frattempo la scuola potrebbe riuscire ad adeguarsi autonomamente, senza imposizioni dall’alto, grazie a un rinnovo del contratto che consentirebbe di migliorare una situazione al momento deficitaria. Anche perchè prima che la direttiva europea diventi ufficiale, è necessario attendere che venga approvata dalla plenaria del Parlamento europeo e poi dal consiglio. Per poi essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Finita qui? No, perchè da quel momento gli Stati avrebbero due anni per recepirla”.
Tempi incompatibili con le esigenze del personale scolastico. Per questo i sindacati proseguono autonomamente per la loro strada, in modo che vengano quantomeno erogati ad un milione e mezzo di docenti e Ata circa 3mila euro di arretrati e oltre 100 euro medi di aumenti.
Rinnovo contrattuale urgente
Un rinnovo contratto scuola che i dipendenti attendono da ormai tre anni e mezzo. La soluzione è quindi l’introduzione del salario minimo, unitamente all’adeguamento degli stipendi all’inflazione mediante un rinnovo di contratto, per il 2019/2021, da firmare al più presto.