Scuola

Immissioni in ruolo 2022: canale di abilitazione di un anno ai precari con 36 mesi di servizio svolto, con accesso nelle graduatorie permanenti e poi in ruolo

I tempi ristretti che dovranno necessariamente accompagnare la trattativa e l’approvazione della riforma del reclutamento docenti, non lasciano molti margini di manovra ai sindacati che n qualche modo dovranno accontentarsi di ciò che il ministero deciderà loro di concedere rispetto alla formula originaria del decreto sottoposto a parti sociali e forze politiche.

Immissioni in ruolo nei prossimi anni

I sindacati sono convinti che il decreto, così com’è, non traghetti la scuola nella giusta direzione, al di là delle promesse fatte dal ministro Bianchi di mettere in atto una ingente opera di immissioni in ruolo nei prossimi anni, in cui vigerà la cosiddetta fase transitoria. I sindacati credono si possa fare di più per quel che concerne l’implementazione di un sistema di reclutamento più agile e che incentivi i giovani. L’obiettivo finale dovrebbe essere quello di premiare il merito.

Sindacati come Anief spingono per l’immediato ripristino de doppio canale di reclutamento che nella fase transitoria consentirebbe la conferma di chi ha un contratto a tempo determinato. Ulteriore vantaggio sarebbe rappresentato dal fatto che consentirebbe l’accesso ai percorsi per conseguire l’abilitazione ed essere stabilizzati.

Organici da collocare in diritto

Ma non basta: la richiesta è che dopo l’anno di specializzazione universitaria si acceda direttamente all’immissione in ruolo per coloro che di fatto sono già stati valutati positivamente.

Gli emendamenti proposti da Anief riguardano l’introduzione di nuove forme di individuazione e immissione in ruolo, cancellazione del precariato, mobilità senza più vincoli gratuiti, organici da collocare tutti in diritto, formazione iniziale e permanente e salvaguardia di coloro che sono risultati idonei a seguito della partecipazione ai concorsi pubblici nella scuola.

Canale di abilitazione di un anno

Non è la prima volta che si è istituito un canale di abilitazione di un anno ai precari con 36 mesi di servizio svolto. Con quel meccanismo, si entrava nelle graduatorie permanenti e poi in ruolo. C’è poi da ascoltare le direttive europee, ignorate da molti anni: la formazione va svolta in orario di servizio e deve essere retribuita.