Salario minimo docenti: ancorato all’inflazione come indennità di vacanza contrattuale, subito 3mila euro di arretrati e oltre 100 euro medi al mese di aumento
Mentre si discute sul rinnovo del contratto scuola per docenti e ata, con crescente pessimismo circa la possibilità di concludere la trattativa prima dell’inizio del prossimo anno scolastico, nel resto del Paese in seguito alla direttiva Ue cresce la curiosità sulle potenziali applicazioni del salario minimo.
Salario ancorato all’inflazione
Chi trarrebbe reale vantaggio da un simile provvedimento, che in ogni caso i paese membri hanno due anni per recepire? La proposta dell’introduzione del salario minimo trova sicuramente il favore dei sindacati, che auspicano una sua pronta introduzione per salvaguardare le categorie di lavoratori meno tutelati che sfiorano la soglia della povertà nonostante abbiano un impiego continuativo.
Ma sarebbe necessario anche che questo salario minimo fosse garantito ai contratti dei dipendenti pubblici. Per fare questo, sarebbe necessario un salario che sia ancorato all’inflazione come indennità di vacanza contrattuale. Un salario poi la cui flessibilità dovrebbe essere garantita dalla negoziazione contrattuale di risorse aggiuntive inerenti le altre voci stipendiali che riguardano il salario accessorio.
Stipendi arretrati rispetto all’inflazione
Se questa misura fosse adottata per il personale della scuola, e per tutti i dipendenti pubblici, anche la contrattazione del contratto nazionale scolastico assumerebbe contorni diversi.
Del salario minimo si è iniziato a parlare in seguito alla doppia combinazione che ha portato pandemia e guerra in Ucraina alla crisi di milioni di lavoratori, con un’impennata di inflazione che ha reso molti stipendi assolutamente inadeguati a condurre una vita dignitosa.
3mila euro di arretrati e oltre 100 euro medi al mese
L’intervento però dell’Unione europea, che ha introdotto la direttiva in difesa dei compensi dei lavoratori e del loro potere di acquisto, avrà applicazione a lungo termine. Il paradosso è che in Italia negli ultimi anni, gli stipendi sono addirittura arretrati rispetto all’inflazione, diminuendo progressivamente.
Prosegue intanto la trattativa per il rinnovo del contratto scuola, che potrebbe avere effetti più immediati per i lavoratori del mondo dell’istruzione con la richiesta di 3mila euro di arretrati e oltre 100 euro medi al mese in busta paga.