Riforma reclutamento insegnanti: sì a percorsi abilitanti per tutti i docenti, allungamento fase transitoria contro il precariato storico e riapertura graduatorie di merito idonei
La riforma del reclutamento docenti, così come è stata ideata dal ministro Bianchi, non ha convinto sin dal primo momento sindacati e forze politiche. Parti che non hanno mai nascosto il proprio dissenso su alcune questioni a loro avviso imprescindibili da modificare prima di approvare la versione definitiva che andrà a contrassegnare il futuro prossimo della scuola italiana.
Riduzione del precariato
Per questo sono stati presentati moltissimi emendamenti in modo da riuscire a modificare quegli aspetti che proprio non possono essere tollerati in ottica futura. In questo senso ci sono segnali di apertura, in quanto si è arrivati a un accordo su una parte di questi emendamenti al culmine di una riunione di maggioranza in Senato. In questo modo sarà possibile procedere alle modifiche al PNRR intervenendo sugli aspetti che riguardano criticità come il precariato nel mondo della scuola. Ma sono stati toccati anche altri aspetti. Il lavoro delle commissioni Istruzione e Affari costituzionali in merito all’esame del decreto Pnrr prosegue e consentirà alla fine di rivedere l’articolo che riguarderà la scuola.
Le novità degli emendamenti
Non tutti i dettagli sono già stati sistemati, ma si è già a buon punto per quel che concerne le intese con il Governo. Gli aspetti più importanti riguardano ad esempio l’istituzione di percorsi abilitanti per tutte le categorie di insegnanti. Si procederà poi a un allungamento della fase transitoria per superare il precariato storico. Importante anche la parte che riguarda la riapertura delle graduatorie di merito degli idonei nei concorsi. Infine si procederà a una revisione dello scritto per i concorsi a cattedra con eliminazione delle crocette.
Niente taglio alla carta del docente
Altro aspetto importante riguarda la possibilità di abolire il taglio alla carta del docente per finanziare la formazione professionale incentivata prevista dalla riforma. Per il momento nessun taglio almeno fino al 2024, grazie al reperimento di risorse che scongiurano la necessità di spostare fondi da un settore all’altro della scuola in un’ottica di autofinanziamento che non avrebbe portato ad alcun miglioramento complessivo. Il mantenimento della carta del docente non pregiudica il modello “premiale” economico della formazione professionale legato alla effettiva partecipazione dei docenti alle attività.