Pensionamenti scuola: torna la legge Fornero, dal prossimo anno addio agli scivoli pensionistici di Quota 102, Opzione Donna e Ape sociale
L’attenzione dei docenti in questo momento è concentrata su due aspetti fondamentali in discussione al ministero, tra forze politiche e sindacati. La più urgente, almeno a livello di scadenze, è sicuramente quella relativa alla riforma del reclutamento docenti, per la quale darà necessario arrivare a una definizione entro la fine del mese di giugno.
Le priorità del mondo della scuola
Subito dopo si procederà con la discussione del rinnovo del contratto docenti, che probabilmente richiederà qualche settimana in più e per il quale si potrebbe arrivare a una definizione per la fine di agosto, in modo da consentire una firma che consenta il pagamento degli arretrati di un contratto ormai scaduto e gli aumenti lordi in busta paga a tre cifre.
Ma un’altra questione riguarda una grossa fetta di personale scolastico, docente e Ata, che sta per andare in pensione nei prossimi mesi o che lo farà nei prossimi anni e che inizia a chiedersi a quali condizioni potrà farlo. Infatti non ci sono, purtroppo grosse novità per quel che riguarda la riforma pensioni, che sembra essere stata accantonata per dare priorità a questioni più urgenti legate soprattutto alla situazione bellica internazionale.
Quota 41 ancora in attesa
Per questo è rimasta congelata la questione legata all’approvazione della Quota 41, che consentirebbe di scongiurare il pericolo di un ritorno alla legge Fornero, di cui molti lavoratori farebbero volentieri a meno.
L’inizio dell’anno era stato contrassegnato da una forte apertura da parte dell’esecutivo nei confronti delle proposte dei sindacati, a cominciare dalla possibilità di dire addio a Quota 102 per dare spazio a una maggiore flessibilità per quel che concerne l’uscita dal mondo del lavoro sostenibile per le casse dello Stato. In questo modo sarebbe stato possibile consentire a docenti e ata di andare in pensione prima del traguardo fissato dalla legge Fornero. Il tutto compatibilmente con la situazione non ottimale delle casse dello Stato, optando per il ricalcolo contributivo dell’assegno.
Il ritorno della Legge Fornero
Con l’estate che incombe, con ogni probabilità ogni discussione in tema riforma pensioni sarà rimandato a fine anno, in modo da far coincidere i conti con la nuova legge di Bilancio per il 2023. “Probabilmente neanche questa legislatura chiuderà il cantiere della flessibilità”, ammette il presidente dell’Inps Pasquale Tridico.
Questo comporta che dall’anno prossimo si dirà addio agli scivoli pensionistici di Quota 102, Opzione Donna e Ape sociale. Cosa che spianerebbe la strada a un ritorno della legge Fornero, 67 anni con almeno 20 di contributi per la pensione di vecchiaia oppure 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva a prescindere dall’età (per le donne un anno in meno) per la pensione anticipata.