Reclutamento docenti precari: riconoscimento dei precedenti 24 CFU e accesso per i primi tre cicli del percorso di formazione iniziale di chi è in servizio nella scuola statale
Mentre prosegue la discussione in Senato per la definizione della riforma del reclutamento docenti, in vista della scadenza tassativa di fine giugno, i sindacati fanno registrare alcuni successi su alcuni punti in merito ai quali il ministero ha deciso di andare incontro a parti sociali e forze politiche che sin da subito, dalla prima visione del decreto, hanno mosso critiche alla visione complessiva della riforma. A loro avviso miope sotto molti aspetti e addirittura cieca per altri, in particolar modo per quel che riguarda l’attenzione al precariato.
I risultati già raggiunti
In ogni caso, in attesa di conoscere la versione definitiva della riforma e capire quale giudizio daranno le parti in causa, si registrano alcuni risultati ottenuti, come il riconoscimento dei precedenti 24 CFU, l’accesso per i primi tre cicli del percorso di formazione iniziale di chi è in servizio nella scuola statale o paritaria nei limiti della riserva dei posti indicata.
Ma non solo. I sindacati sono riusciti a ottenere il mantenimento per gli ITP dei requisiti per l’accesso ai concorsi, la remissione alla contrattazione nazionale dell’incentivo, l’eliminazione dei tagli agli organici.
I punti ancora da chiarire
Parziale il successo relativo alla rinuncia dei tagli alla Carta del Docente, che dovrebbe essere mantenuta al cento per cento del valore attuale almeno per l’anno prossimo, ma il cui destino è ancora incerto. Resta infatti da capire cosa accadrà della necessità di finanziare la formazione incentivata dei docenti prevista anch’essa dalla riforma del reclutamento docenti.
I tagli alla carta del docente
Nell’ottica dell’autofinanziamento della scuola in previsione di questa novità, la decurtazione di una parte del bonus docenti (ora esteso anche ai precari grazie a recenti sentenze) e il taglio di organico in vista dei prossimi anni motivato con la denatalità che colpirà l’Italia, sono situazione ancora da chiarire. Altri successi dei sindacati sono il ritorno nell’alveo della contrattazione della definizione numero di ore aggiuntive e l’accesso alla specializzazione su sostegno per chi ha tre anni.