Abilitazione insegnamento: chi vorrà diventare professore dovrà fare le magistrali e poi un master da 60 crediti, anche in pedagogia
Chi vorrà diventare professore dovrà fare le magistrali e poi dovrà ottenere 60 crediti. Un vero e proprio master da svolgere presso le università. In questo percorso verrà spiegato ai candidati come si insegna, in modo da avere aspiranti docenti già pronti a ciò che li aspetterà una volta varcata la soglia dell’aula per la prima volta.
Crediti dedicati alla pedagogia
Una parte dei crediti sarà invece dedicata alla pedagogia del vivere insieme. Infine si dovrà svolgere un tirocinio guidato. Secondo il ministro dell’Istruzione un percorso chiaro, secondo i detrattori come sindacati e forze politiche, un percorso ancora più complicato che non va incontro ne alle esigenze delle scuole, che necessitano di coprire le cattedre, ne degli alunni, che hanno bisogno di più docenti di ruolo e meno supplenti in nome di una continuità didattica ormai perduta, ne gli aspiranti docenti, che saranno alle prese con un percorso lungo e difficile.
I soldi del Pnrr
I concorsi saranno, annuale, semplificati, e si dirà addio alla modalità a crocette per accogliere, o meglio per riaccogliere la modalità a domande a risposta aperta. La formazione sarà pensata per tutti, dedicata anche all’acquisizione del digitale. Il ministero ha a disposizione 800 milioni dal Pnrr che verranno investiti nella formazione di 650 mila docenti anche all’uso responsabile del digitale. E sono previsti premi consistenti fino al 20% in più dello stipendio.
Master a numero chiuso
L’accesso ai master da 60 CFU gestito dalle Università sarà a numero chiuso, con disponibilità calibrata in base al fabbisogno di cattedre nazionale e con selezione in ingresso. Non ci sono altre trade per abilitarsi. Abilitazione che sarà propedeutica all’accesso ai concorsi scuola.
La fase transitoria
Nella fase transitoria, fino al 2024, i candidati dei concorsi scuola potranno possedere 30 CFU o 24, per poi compensare i mancanti dopo aver superato il concorso stesso. Possibilità che non ci sarà più dopo il 2025.
Questo indirettamente dà respiro a quanti sono in possesso dei 24 Cfu, che sembravano destinati a essere invalidati e che invece avranno un loro peso almeno nei prossimi anni.
In Italia, i concorsi li vincono solo i raccomandati. E tutta una farsa. Vedere la stirpe dei Berlinguer, dei De Luca, die Monti, Tremonti ecc.
Mi chiedo solo una cosa:” Ma sarà prevista anche una Commissione che valuti l’idoneità all’insegnamento dei candidati, non su basi nozionistiche, ma su basi psicologiche?”.