Precari 36 mesi di servizio: la svista in fase di trascrizione della norma, caos sull’accesso diretto al Tfa sostegno, serve un emendamento per correggere l’errore
Una delle novità più interessanti contenute nella riforma reclutamento docenti (non inserite nella stesura iniziale, ma aggiunte successivamente grazie ai tanti emendamenti presentati da sindacati e da forze politiche) è sicuramente quella della possibilità di accedere direttamente al Tfa sostegno per i precari con tre anni di servizio specifico.
I dubbi della norma
Una possibilità che da quando è stata ufficializzata, è comunque oggetto di discussione in virtù di quello che può essere definita una imprecisione del testo approvato in Senato. Un vero e proprio errore di scrittura, che sta ingenerando dubbi e perplessità da parte di chi legge le notizie sui siti di informazione ma non trova poi riscontro verificando la notizia stessa direttamente sul testo di legge.
Dove c’è ancora segnalato che è necessario il possesso dell’abilitazione come requisito richiesto per l’accesso ai corsi di specializzazione.
Giunge a proposito la precisazione da parte di chi conosce dal di dentro la materia: il riferimento è a Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura a Palazzo Madama.
I motivi dell’incertezza
Come detto ci sono molti dubbi sul testo della norma inserita nel decreto Pnrr che permetterà l’accesso riservato ai corsi di specializzazione sul sostegno di chi vanta tre annualità di esperienza specifica. Secondo il senatore Pittoni, il dubbio deriva da un equivoco ingenerato dalla lettura della norma, che porta a pensare che i requisiti del possesso dell’abilitazione e del titolo di studio valido per l’insegnamento debbano essere posseduti entrambi.
Invece va considerato che in virtù di una interpretazione logica ed effettuata in nome della continuità con la normativa precedente, chi voglia specializzarsi sul sostegno e già lavora da almeno tre anni degli ultimi cinque nel settore deve soltanto vantare l’abilitazione o il titolo di studio valido.
La soluzione
Tutto nasce, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura a Palazzo Madama, da una svista verificatasi in fase di trascrizione della proposta. Una situazione che può essere definito un semplice errore materiale, e che si può correggere presentando appena possibile, in occasione del primo provvedimento utile, un emendamento che possa correggere e chiarire la reale intenzione del legislatore. In questo modo non ci saranno più dubbi.