Aumento stipendio Ata: pochi euro in più in busta paga, incrementi irrisori rispetto ai docenti e intanto i sindacati si dividono rischiando di rimandare tutto al 2023
Prima della pausa estiva, archiviata la trattativa per la riforma del reclutamento docenti, ministero e sindacati cercano di arrivare a un accordo per l’altro tema scottante che scandisce l’agenda della scuola, il rinnovo del contratto del personale. Il contratto nazionale è scaduto da oltre due anni, e questo ha paradossalmente messo in stand by la questione, considerato che mese più mese meno, purtroppo, non fa troppa differenza.
I sindacati sono divisi
Non per gli spettatori di questa vicenda che attendono certezze e possibilmente notizie positive in merito ad aumento stipendi e pagamento degli arretrati.
I sindacati sono divisi: se Anief spinge per un contratto ponte, sulla base di cifre ridimensionate, pur di chiudere l’accordo e ripresentarsi poi al tavolo delle trattative per il biennio che si conclude nel 20224, Gilda insegnanti non accetta compromessi e rifiuta qualunque accordo inferiore ai 150 euro lordi in busta paga.
Non si va oltre i 50 euro netti in busta paga
Cifra difficilmente raggiungibile, sulla base del budget a disposizione del Governo che si attesta su 2 miliardi che consentirebbero un aumento del 3,8%. Cifra che ripartita tra tutti gli insegnanti significherebbe 90 euro lordi, ovvero 50 euro netti in busta paga.
A questi vanno aggiunti gli arretrati, non ancora definiti, ma non il cosiddetto elemento perequativo da 11,50 euro medi previsto dal precedente CCNL 2016-2018.
Per gli Ata aumenti irrisori
Va molto peggio al Personale Ata, incluso nella contrattazione per quel che concerne riformulazione degli ordinamenti e revisione stipendiale. Si parlerà dei compiti del personale Ata e della valorizzazione dei Dsga. In questo senso si potrà contare su risorse aggiuntive, ma non superiori allo 0,55% del monte salari 2018. Dunque se per il personale docente gli aumenti stipendio sono risicati, ancor meno sarà quello che attenderà i collaboratori scolastici.
Rinvio al prossimo anno?
L’accordo dovrebbe essere chiuso entro fine agosto, quando dovrebbe arrivare a una firma che consentirebbe poi di conferire aumenti stipendio e arretrati a settembre, in occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico, anche in maniera simbolica. In caso contrario, se le divergenze economiche dovessero permanere, si potrebbe decidere di rimandare tutto al nuovo anno, in modo da sfruttare la finestra della Legge di Bilancio per far confluire un budget extra che consentirebbe aumenti più consistenti.