Scuola

Aumento stipendio docenti: le possibilità sono due, accontentarsi dei 50€ di aumento in busta paga da settembre o rimandare ancora tutto e sperare nella Legge di Bilancio

Ancora un nulla di fatto per quel che riguarda il rinnovo del contratto della scuola. L’ennesimo incontro all’Aran tra ministero e sindacati ha di fatto prodotto una nuova fumata grigia. La novità è la spaccatura che si sta creando sul fronte dei sindacati, con una parte decisa ad accontentarsi delle proposte economiche del governo inerenti l’aumento dello stipendio e il pagamento degli arretrati, e un’altra che ritiene inaccettabile scendere sotto la soglia dell’aumento a tre cifre e che anzi rilancia a un minimo di 150 € lordi al mese per apporre la firma sul contratto.

Trattativa da chiudere a fine agosto

A spingere per una chiusura celere dell’accordo, in modo da concludere la trattativa a fine agosto e vedere i risultati economici a settembre è Anief, convinta che un contratto ponte che sia propedeutico poi a un ulteriore passo in avanti da fare in occasione del prossimo contratto scuola valido fino al 2024 sia la scelta più logica e pragmatica.

“Abbiamo ribadito la nostra posizione, dopo che anche il ministro dell’Istruzione Bianchi ha detto sì alla nostra ipotesi di un accordo Ponte”, ha spiegato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.

3mila euro di arretrati

C’è infatti da chiudere un contratto scaduto ormai da un triennio, e che andrebbe ad avere valore per il periodo 2019/2021, cosa che comporterà la necessità di versare gli arretrati ai dipendenti della scuola. Le cifre, però, non saranno le stesse per tutto il personale scolastico: gli aumenti più significativi spetteranno sicuramente ai docenti. Molto meno al personale Ata. Per questo Anief spinge per un accordo sulla base di 3 mila euro di arretrati e circa 100 euro di aumenti, che costituirebbero una boccata di ossigeno, un segnale e una base di partenza per poi discutere subito il nuovo contratto già scaduto da qualche mese.

Rinvio alla legge di bilancio?

L’ultimo contratto, firmato nel 2018, dopo un decennio di blocco, portò nelle tasche dei docenti 87 euro lordi. Oggi ne arriverebbero, dopo quattro anni di blocco, 107, sempre lordi, più arretrati che vanno dai 2 mila ai 3 mila euro.

L’alternativa sarebbe quella di rimandare tutto alla Legge di Bilancio, con la speranza che il Governo al suo interno riesca a trovare fondi ulteriori per alzare l’asticella degli aumenti.