Stabilizzazione docenti precari: con il doppio canale di reclutamento immissione in ruolo da concorso e degli insegnanti con almeno 36 mesi di servizio
Mandata in archivio la nuova riforma del reclutamento, è tempo di ulteriori riflessioni e analisi sulla struttura di una nuova modalità di regolamentare il mondo dei docenti, relativo al reclutamento e non solo, che suscita ancora molte perplessità. Molti emendamenti e correzioni sono state apportate, e questo è un dato di fatto.
Il master da 60 Cfu
Se siano stati accorgimenti sufficienti a produrre una riforma che soddisfi nel tempo sindacati, forze politiche e soprattutto docenti e scuola in generale, solo il tempo potrà dirlo. La sensazione è che nonostante si siano messe in atto una serie di procedure atte a facilitare i giovani laureati, il percorso sia ancora molto difficoltoso e contrassegnato da incertezze.
Il percorso è impegnativo, e l’introduzione di quello che sarà un vero e proprio master universitario da 60 Cfu da sostenere a proprie spese certo non agevola il compito di chi vuole abilitarsi e partecipare a concorsi che dovrebbero essere annuali.
Poche tutele per i precari
Oltre al tema dei giovani laureati, c’è quello scottante dei precari, che continuano a costituire l’ossatura e la colonna portante della scuola ma che di contro non sembrano ancora beneficiare di sufficienti tutele.
Un esercito che proprio in queste ore si trasforma da colonna portante della scuola a esercito di disoccupati, impossibilitati anche a ottenere il minimo beneficio come il bonus da 200 euro riservato ai lavoratori dipendenti. Perchè loro a luglio, anche se a tempo determinato, lavoratori dipendenti non lo sono più.
Il doppio canale di reclutamento
La sensazione è che questa riforma del reclutamento sia stata l’ennesima occasione sprecata per prendersi cura dei precari. La politica e i sindacati in questo senso avevano proposto a grano voce l’introduzione del doppio canale di reclutamento, che avrebbe consentito di valorizzare la professionalità di migliaia di docenti assicurando anche alla scuola e agli studenti quel minimo di continuità didattica che sta alla base di una istruzione di buon livello. Il doppio canale di reclutamento prevederebbe assunzioni tramite concorsi, possibilmente frequenti, e immissione in ruolo degli insegnanti con almeno 36 mesi di servizio.
Non ho parole si parla tanto di precari ma sono solo parole perché a fatti non ne andiamo fuori bella vergogna
È proprio vero!!!una vergogna ,peggio è che nessuno muove un dito,parole ,parole e pochi fatti ,i precari nonostante lavorino come gli altri non hanno neppure le 500 euro che toccano agli insegnanti di ruolo,tutto a proprie spese ,corsi master ecc vergognoso
Per lo Stato, i supplenti anche se appena usciti dalle università, possono essere mandati in classe ad insegnare…per quello vanno bene, poi quando si devono stabilizzare, dando loro un lavoro a tempo indeterminato, che gli consenta inoltre di pianificare il loro futuro, inizia con: concorsi fasulli, cfu inutili, e altri bastoni tra le ruote… vergogna!
Si deve scendere in piazza ma in tutte le piazze fare saltare lo inizio dell’anno scolastico ci sta gente che per una supplenza ha fatto oltre 1000 km a denti stretti con un pa in forse facendo più sacrifici degli exstra comunitari e nessuno li pensa certo I politici hanno poltrone di oltre 15 mila euro mese e ai nostri figli non li pensa nessuno I navigatore sono stati tutti sistemati cosa hanno prodotto nulla solo per gli insegnanti devono avere ctu pp tu babbo babbo e bimbi ma chi stabilisce tutte sue cretinate un anno si uno no poi altre ca zzate per fare dive tare scienziati o per inbriiare le cosa per fare gli inciucio e i SINDACATI SI LORO SONO CONTENTI ……………………
RIFLETTETR GENTE
La nuova riforma ostacola e denigra il precario storico della scuola; dalla riforma sembra che il MIUR voglia fare solo cassa per rimpinguare le casse degli Atenei. Inoltre ormai è chiaro, leggendo i bandi concorsuali, la volontà di trovare escamotage per farli fuori e rimpiazzarli con i precari universitari. Una vergogna!!!!!!!
Come già detto bisognerebbe fare saltare l’inizio dell’anno scolastico rifiutando gli incarichi in massa, tutti ma proprio tutti. Oppure in alternativa un maxi sciopero che blocchi gli scrutini di fine anno. Purtroppo noi Italiani non siamo popolo che sa far rispettare i propri diritti; queste cose lasciamole fare ai Francesi